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Ue, Regioni, enti locali: filo diretto oltre il filtro statale

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di Marina Castellaneta

Regioni, enti locali e Unione europea. Un dialogo che negli anni si è rafforzato e che ha portato a un contatto diretto, senza il filtro statale, tra Regioni e Comuni e istituzioni Ue.
In primo luogo per gli strumenti di finanziamento della politica regionale attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione e il Fondo sociale europeo. Nel segno del valore della solidarietà che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe muovere gli interventi dell'Unione sempre più impegnata, rispetto al Trattato istitutivo del 1957, a far crescere le aree meno sviluppate per allinearle a quelle più avanzate.
È stata la stessa Unione a volere un rapporto articolato per l'utilizzo dei fondi tra le autorità nazionali e regionali da un lato e la Commissione europea dall'altro. Questo proprio per garantire un'efficace risposta alle esigenze locali e per calibrare gli interventi tra Regioni meno sviluppate (per l'Italia, la Campania, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia), in transizione e sviluppate.

Le autorità di gestione
In primo piano, il cosiddetto sistema della gestione concorrente, con un'autorità di gestione in ogni Paese o Regione. La gestione dei programmi supportati dalla politica di coesione è affidata agli Stati membri, ma l'Unione europea ha chiesto di individuare e designare un'autorità di gestione, a livello regionale, per informazioni sui singoli programmi, per la selezione dei progetti e per monitorare la realizzazione.
Diversi i fondi utilizzati per far crescere Regioni e città per realizzare la Strategia Europa 2020 che mette in primo piano anche l'attuazione di strategie macroregionali. Il periodo di finanziamento del fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 è il quinto di questo tipo dal 1989. Dal 2002, poi, è diventato operativo il Fondo di solidarietà dell'Unione per supportare le regioni colpite da catastrofi, con un dialogo diretto con le amministrazioni locali, che ha stanziato per l'Emilia Romagna la somma record di 670 milioni di euro.
Al centro della politica di coesione nel periodo 2014-2020 anche gli investimenti in aree urbane.

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