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Gasdotto Tap , tensioni e proteste in Puglia

Nell’area di cantiere del gasdotto Tap è ripreso ieri l’espianto temporaneo degli ulivi dopo una settimana di forzato stop. Nelle campagne di Melendugno, nel Salento, si è vissuta una mattinata di tensioni e di proteste, ma il massiccio dispiegamento di forze di polizia alla fine, sia pure con fatica, ha aperto un varco tra i manifestanti (un centinaio, tra cui diversi sindaci della zona) e i primi cinque camion, con a bordo gli ulivi espiantati, sono riusciti a passare qualche minuto dopo le 13, diretti al nuovo sito dove gli alberi vengono rimessi a dimora. Altri camion sono poi transitati nel pomeriggio, sempre protetti dalle forze dell’ordine in un clima di assedio, con il variegato fronte No Tap sempre più deciso a incalzare e a bloccare i lavori preliminari dell’opera.
I manifestanti parlano infatti di «giornata drammatica», dicono che la polizia ha caricato, colpendo anche alcuni consiglieri regionali pugliesi che erano sul posto, e segnalano contusi e feriti lievi. In realtà, anche dai diversi filmati postati sulla rete si vede che gli agenti non hanno disperso la folla come di solito avviene nelle cariche, ma hanno fatto argine a coloro che volevano bloccare l'uscita dal cantiere. Hanno sollevato di peso coloro che si erano sdraiati per terra e ridotto la pressione per liberare la strada. In ogni caso, il clima per tutta la giornata è stato molto acceso. Nel pomeriggio soprattutto, quando sono volate alcune bottiglie e si è spesso sfiorato lo scontro. Alla fine sono stati espiantati 28 ulivi, che si aggiungono ai 33 tolti lunedì dell'altra settimana. Tutta la zona interessata ne conta poco più di 200. Oggi Tap vuole riprendere con l'espianto.

La sentenza
Dalla sua parte non ha solo la sentenza del Consiglio di Stato che l'altro ieri (si veda l’articolo pubblicato sul Quotidiano degli enti locali e della Pa del 28 marzo 2017), rigettando il ricorso di Regione Puglia e Comune di Melendugno, ha dichiarato sia la regolarità dell'autorizzazione unica del Mise, che era stata impugnata, sia l'avvenuto rispetto del principio di «leale collaborazione» tra organi diversi dello Stato, ma anche un nuovo intervento del ministero dell'Ambiente arrivato proprio ieri mattina.
Questi, infatti, rispondendo al prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha ribadito quanto aveva già detto nei giorni scorsi, ovvero che l’espianto degli ulivi riguarda la cosiddetta “Fase 0”, dove la società del gasdotto è già autorizzata, e che tali attività «sono distinte dalla realizzazione del microtunnel», regolato invece dalle “Fasi 1a” e “1b”, alle quali «sono associate altre e diverse prescrizioni con verifiche di ottemperanza».

I dubbi
«Il ministero dell'Ambiente non chiarisce i nostri dubbi - sostiene il sindaco di Melendugno, Marco Potì -. Devono ancora essere prese delle decisioni sul microtunnel e allora perchè accelerare l'espianto degli ulivi, perchè fare della violenza, dov'è l’urgenza di un lavoro che, alla fine, potrebbe anche risultare inutile?». Con gli altri sindaci della zona, Potì invoca un nuovo alt della Regione Puglia partendo dalla revoca, in autotutela, dei provvedimenti (degli uffici del dipartimento Agricoltura della stessa Regione) che consentono a Tap di espiantare gli ulivi. Ma da Emiliano arriva invece l’annuncio che impugnerà il nuovo via libera del ministero dell’Ambiente. «Purtroppo - dice il governatore della Puglia - abbiamo dovuto incassare una pesante sconfitta giudiziaria da parte del Consiglio di Stato» ma «pende ancora davanti alla Corte Costituzionale il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Puglia nei confronti del Governo per non aver dato neanche una risposta alla Regione sulla richiesta di revoca dell'autorizzazione unica, cioè per non averla coinvolta sin dal momento della presentazione del progetto da parte di Tap».
«La Regione Puglia - prosegue Emiliano - si riserva ogni ulteriore eventuale iniziativa giudiziaria finalizzata alla modifica del punto di approdo. Aggiungo infine che un’ulteriore battaglia si sta svolgendo a livello nazionale in sede di Via per l’esame del progetto di microtunnel» e «in quella sede - conclude - vigileremo con grande determinazione per ottenere lo spostamento dell'approdo nell'area del comune di Squinzano da noi indicata».

Risponde a Emiliano, il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti: «La nota del ministero, che legittimamente il presidente Emiliano può provare a impugnare anche se non dice nulla di nuovo rispetto a quanto affermato in precedenza e mai impugnato, si limita a ribadire, peraltro sulla base di elementi forniti dalla stessa Regione, che la prescrizione che riguarda l'espianto degli ulivi è da considerarsi ottemperata dall'azienda e che tutto sta avvenendo senza danno ambientale».

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