Amministratori

Foia, trasparenza al primo compleanno

La trasparenza amministrativa compie un anno. Il 23 giugno segnerà il primo anno di vita del decreto Foia che ha rovesciato l’ottica della pubblica amministrazione: non più dati e informazioni accessibili solo ai diretti interessati, ma porte aperte a chiunque si attiva per sapere qualsiasi informazione in possesso del singolo ente.
Quest’anno è servito anche per mettere a punto la macchina dell’accesso generalizzato. A dicembre sono arrivare le linee guida dell’Anac con le indicazioni sul difficile equilibrio tra trasparenza, privacy personale e segreti da proteggere. Mentre è di maggio scorso la circolare Madia che sollecita le amministrazioni a limitare al minimo i «no».
Nel giorno del primo compleanno il Foia si completa con l’ultimo tassello: dal 23 giugno saranno accessibili a tutti una serie di banche dati con informazioni preziose e la possibilità di fare ricerche e interrogazioni incrociate, aggregate e rielaborabili.
Al tempo stesso, non appena la banca dati sarà pienamente accessibile gli enti dovranno fare un passaggio in meno. Oggi inviano le informazioni a fini statistici alla banca dati e epoi , in nome della trasparenza, le caricano sul proprio sito. Ora sul sito basterà il link alla piattaforma open a cui hanno già inviato il dato.

Lo stato dell’arte delle banche dati
Ma all’ultimo miglio del Foia le amministrazioni non arrivano compatte. Ci sono enti partiti in modo autonomo che sono riusciti già a rendere navigabili e rielaborabili i dati ricevuti anche prima della scadenza di venerdì 23, altri che proprio da quel giorno “sveleranno” le proprie carte ed altri ancora che non sono riusciti a implementare le piattaforme esistenti e per le quali di fatto non cambierà nulla.
Delle 10 banche dati elencate dal Foia (Dlgs 97/2016) sono sette quelle che rispetteranno, anche solo parzialmente, la scadenza del 23 giugno; tre quelle non allineate e una (Siquel che gestiva le partecipazioni degli enti locali, già accorpata con la “gemella” del ministero Economia).
Ha già tagliato il traguardo, ad esempio, l’agenzia del Demanio che da due anni con Open Demanio ha condiviso le schede di 45mila beni statali per 60 miliardi di valore.  È già possibile fare ricerche geolocalizzate o visualizzare superficie, stato e utilizzazione di ogni immobile. Se invece si vuole conoscere la consistenza del patrimonio immobiliare di tutti gli enti pubblici, compresi quelli locali, l’indirizzo è quello di Patrimonio Pa, piattaforma gestita dal Mef che dal 23 giugno pubblicherà l’aggiornamento dei valori al 2015, in formato aperto.
La stessa banca dati, invece, è già accessibile per bilanci di Stato ed enti locali pubblicati in forma aggregata.
Da tempo in formato aperto e dunque già adeguato al Foia è anche l’ archivio dei contratti di lavoro (pubblici e privati) affidato ad Aran e Cnel.
Mentre per la Funzione pubblica è pronta al debutto Perla Pa. Da questa settimana le informazioni su incarichi e consulenze di ogni ente pubblico migreranno su una piattaforma aperta che permetterà ricerche evolute.  Si potrà conoscere la spesa per queste voci sia ze per ente che per singolo contratto. E anche aggregare informazioni oggi sparse sui singoli portali. Con l’obiettivo di far luce, per fare un esempio, sul fenomeno del cumulo degli incarichi da parte di una sola persona in più enti.

Appalti e opere pubbliche
Anche gli appalti e le opere pubbliche guadagneranno in trasparenza da questa settimana. Due i canali in attivazione: il primo, a cura del Mef , con la Banca dati delle amministrazioni pubbliche che renderà visibili la dote finanziaria e lo stato di avanzamento lavori delle opere con finanziamenti statali, il secondo ad opera del ministero Infrastrutture. Oltre 10mil a tra avvisi, bandi e gare di lavori, servizi e forniture raccolti dal Servizio contratti pubblici dal 2014 finiranno sul portale opendata del Ministero (www.dati.mit.gov.it), ma per ora non in tempo reale.
Ma sugli appalti il Foia non elimina le sovrapposizioni: le amministrazioni devono comunicare anche all’Anticoruzione di Cantone le proprie gare. Ma quella banca dati non sarà implemementata anche perché il servizio va rivisto alla luce del codice dei contratti.
L’obbligo di procedere senza ulteriori costi ha costretto molte amministrazioni ad un aggiornamento limitato: è il caso del Sico, che monitora numero e costi del personale pubblico. Da venerdì saranno possibili interrogazioni su singoli enti, ma i dati arriveranno il giorno dopo via mail. Ulteriori miglioramenti non sono realizzabili - informano dal Mef - a risorse invariate.
Da creare anche la piattaforma della Corte dei conti per i bilanci i dei gruppi regionali, al momento non accessibile. Per questo così come per tutte le notizie non disponibili sulle banche dati le amministrazioni non potranno “dismettere” la pubblicazione sul sito. Pena pesanti sanzioni ai dirigenti, compreso l’esborso per eventuali compensi ai collaboratori non dichiarati. Alla fine quindi l’alleggerimento per i funzionari pubblici sarà modesto: nonisti nonostante il rinvio ad altre piattaforme, restano ancora oltre250 notizie da inserire e (aggiornare) su ogni sito pubblico.

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