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Inail, bilancio 2016 chiuso in utile per 1,5 miliardi

Ci sono quattro intenzioni nel futuro prossimo dell’ Inail che inquadrano molto bene la natura “ multiruolo ” ormai da anni assunto da questo grande Istituto nazionale.
La prima: migliorare ed estendere il sistema di tutele su un mercato del lavoro in tumultuoso cambiamento, anche con un aggiornamento delle norme e i regolamenti (un esempio è il Testo unico sull’amianto, l’altro è l’ipotesi di assicurare l’antinfortunistica anche al personale della Forze armate). Seconda intenzione: rafforzare l’attività di produttore di cultura scientifica, sulla scia del primo master avviato in collaborazione con l’Università La Sapienza sulla “gestione integrata di salute e sicurezza”. Terzo scopo: far decollare i nuovi fronti di investimento, in particolare in start up innovative concepite per industrializzare prodotti frutto della ricerca più avanzata come le protesi robotiche (ci sono 50 milioni pronti). Quarta e ultima intenzione: adottare una governance adeguata a una grande impresa pubblica divenuta altra cosa rispetto all’ente previdenziale novecentesco che abbiamo conosciuto finora.

Il bilancio
Ieri il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, ha messo in fila questi obiettivi strategici dopo aver registrato,«come in un almanacco» i risultati di un anno di lavoro. Il preconsuntivo dice che il bilancio 2016 chiude con un risultato positivo di 1,5 miliardi a fronte di 10,8 miliardi di entrate, e 9,3 miliardi di uscite (e prestazioni in calo del 3,27%). Le riserve tecniche sono arrivate a 32,3 miliardi e sono “coperte” al 77% da liquidità versata alla tesoreria dello Stato «senza remunerazione».
Dall’alto di questi numeri Inail ha “spesato” due tagli consecutivi (del 16% ognuno) dei premi e contributi e assicurato e messo in campo la settima tranche (245 milioni sul miliardo e mezzo stanziato) per finanziare le aziende che investono in sicurezza (il 19 giugno scorso l’ultimo “click day” Isi). E ha messo in campo anche un piano di investimenti «a copertura delle riserve tecniche», come ha sottolineato De Felice, che spazia dai bond di Stato (in portafoglio ci sono ora 886 milioni, l’obiettivo di fine anno è arrivare a un miliardo) agli investimenti in economia reale fatti in collaborazione con la Cassa depositi e prestiti in veicoli come il fondo chiuso QuattroR per la ricapitalizzazione delle imprese nazionali (200 milioni su una dote iniziate di 711). Su questo settore, in particolare, la prospettiva potrebbe essere quella di un ulteriore consolidamento della partnership con CdP. E poi c’è il portafoglio immobiliare, che si estende, la partecipazione al capitale di Bankitalia e via elencando, per una capacità di investimento triennale da 1,5 miliardi.

I controlli
L’Inail raccontata nella sesta Relazione annuale, ieri a Montecitorio, e tutto questo e altro ancora: un Istituto dotato di una “business intelligence” che ha consentito l’anno passato di effettuare controlli mirati sulla sicurezza di 20.876 aziende trovandone fuori regola l’87,6 per cento. Che ha regolarizzato 57.790 lavoratori (-6% sul 2015), erogato oltre 7 milioni di prestazioni sanitarie e gestito poco meno di 642mila denunce di infortuni accaduti, un numero pressoché stabile rispetto al 2015, in un anno in cui gli incidenti mortali sono scesi a 1.104, il livello minimo dal 2008 e le morti accertate sul lavoro sono state 618 (-12,7% sul 2015), delle quali la metà avvenute fuori dall’azienda.
«L’Inail - ha concluso De Felice - non è dunque soltato un’agenzia assicurativa che gestisce premi e prestazioni: produce ricerca, statistiche, formazione, brevetti e, con le start up produrrà anche oggetti». Per questo il tema della nuova governance «è molto importante e va affrontato» è stato l’appello lanciato a Parlamento e governo. È lo stesso appello che arriva da tempo anche dall’Inps, chissà se gli ultimi mesi della legislatura consentiranno di imbastire una soluzione adeguata.

La relazione del presidente dell’Inail

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