Amministratori

Oltre la criminalità ricordando il sindaco Vassallo

La sera del 5 settembre del 2010 un uomo ha quasi raggiunto il portone di casa, si è appena lasciato alle spalle il paese e le sue luci sul mare, quando trova davanti a sé lo sbarramento di nove colpi di pistola. Sette andranno a segno, due a vuoto. Stasera ad Acciaroli, frazione di Pollica, cuore del Cilento in Campania, le medesime luci del paese si spegneranno e una fiaccolata ricorderà Angelo Vassallo e la sua “misteriosa” uccisione: perché sette anni dopo quella notte questo è ancora un omicidio senza movente e soprattutto senza colpevoli. Sindaco “pescatore”, così in questi anni Vassallo è stato raccontato, ma forse l’aggettivo più adatto a descriverlo è quello di visionario. Ideatore di un microcosmo (Pollica ed Acciaroli) che è la dimostrazione di come sia possibile trasformare la salvaguardia dell’ambiente in una strategia di sviluppo economico. Di come la cura del “bello” possa essere prima ancora che una scelta etica ed estetica, uno strumento per incrementare la crescita economica e produrre reddito. Esperimento eccezionale - nel senso dell’essere una eccezione - se si considera che tutto ciò è accaduto negli anni in cui il Mezzogiorno veniva sfregiato dalla cementificazione selvaggia, dalla patologia della politica clientelare e della spesa pubblica gonfiata a dismisura.
Un dato: oggi Acciaroli è una frazione di appena settecento abitanti ma per acquistare un bilocale bisogna mettere in conto di pagarlo più o meno quanto un bilocale in una zona semicentrale di Milano. «Anche cinque mila euro al metro quadrato», mi racconta Antonio Vassallo, il figlio trentatreenne di Angelo. Lo raggiungo al ristorante che il padre aveva costruito per lui e la sorella nel 2009 e che si trova a metà dell’isola pedonale. Isola che stacca il centro storico dal traffico della statale 267 e soprattutto costituisce lo scheletro di una ridefinizione urbanistica che differenzia profondamente Acciaroli da molti degli altri paesi della zona.

La trasformazione culturale
Alle pareti alcune immagini in bianco e nero ritraggono un uomo, ora giovanissimo in barca con suo figlio, ora più maturo sorpreso a fissare chissà quale orizzonte, perfetta istantanea del visionario. Così Antonio mi spiega che quel dato che tanto impressiona, il costo delle case, è frutto di una scelta precisa, ovvero l’aver ridotto drasticamente le concessioni edilizie e soprattutto l’averle subordinate al rispetto di «tantissimi vincoli. Se gira per il paese vedrà che le case esistenti non superano una certa altezza, sono tutte case basse, niente palazzoni, niente colate di cemento. Quel poco che c’è risale agli anni Cinquanta e Sessanta».
Il risultato di questa scelta è quasi banale per quanto appare ovvio: la costa qui è integra e i proprietari di case si sono visti lievitare il valore delle proprietà. Ciò ha coinciso con lo sviluppo di quello che Vassallo definiva turismo eco-compatibile: le seconde case sono diventate micro-strutture per l’accoglienza alberghiera.
Sempre dentro una griglia strettissima di vincoli, ad esempio, è stata sostenuta la trasformazione dei ruderi delle campagne circostanti, Acciaroli e Pollica fanno parte del Parco nazionale del Cilento di cui Vassallo è stato a lungo presidente. Centrato così un doppio obiettivo: i ruderi sono diventati reddito per i contadini, le campagne non si sono spopolate.
Ma l’originalità dell’azione di Vassallo sta forse nell’aspetto meno evidente, nell’opera di sensibilizzazione, di trasformazione culturale. Per comprendere questo aspetto un altro dato emblematico è quello relativo alla racconta differenziata che qui funziona, tanto che questa area è inserita da Legambiente nella classifica dei Comuni più virtuosi.
«Mio padre aveva una grande capacità di parlare e convincere la gente. Non avrebbe potuto trasformare il paese se non avesse coinvolto direttamente anche i privati. Se non li avesse convinti a liberarsi di intonaci anonimi per portare fuori la bellissima pietra cilentana e ridare alle case l’aspetto che aveva una volta. Come a curare il verde o il suolo pubblico».
Dal centro storico al porto, un lungo elenco di interventi. Oggi il porto è uno specchio d’acqua trasparente: è accaduto perché la pompa per il rifornimento del carburante è stata trasferita fuori dalla zona più interna. Questo ha al tempo stesso semplificato e migliorato la vita dei pescatori, per i quali sono stati potenziati i servizi.

Un uomo scomodo
Un vero eretico stravotato dai suoi cittadini (quattro i mandati) ma poco amato dal resto della politica locale e dal suo partito, il Pd. «Di certo - dice Antonio - mio padre era un uomo scomodo». Fino a che punto? Domando. «Era scomodo a molte persone e non mi riferisco solo al piccolo spacciatore locale, visto che la pista dello spaccio è una di quelle sul tavolo, mi riferisco al fatto che la sua azione era scomoda anche per qualche altro politico. E non escludo che lui abbia potuto pestare i piedi a certi personaggi». La camorra? «Questa è un’altra delle ipotesi. Come tra le cose che hanno dato fastidio c’è la denuncia che mio padre ha fatto sull’appalto relativo alla strada che avrebbe dovuto collegare i paesi di Pollica e Casal Velino: 600mila euro, ma la strada è rimasta sulla carta. Per questa denuncia si è scontrato con l’allora amministrazione provinciale di Salerno, di cui era consigliere, in particolare con l’assessorato ai Lavori pubblici».
A questo punto Antonio mostra tutto il suo scetticismo. «In questi anni ne abbiamo sentite tanti di possibili moventi, ma la verità è che ancora non vi è nulla di concreto. Vorrei essere fiducioso ma è difficile non cedere alla amarezza. Ogni giorno mi chiedo il perché di questa incertezza: se cioè è solo perché si tratta di indagini complesse o se piuttosto non vi sia qualcosa che le ostacola».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©