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Nuovo Codice, Cantone: un «neo» la parificazione tra corrotti e mafiosi

L’equiparazione tra corrotti e mafiosi ai fini dell’applicazione delle misure di prevenzione è l’unico neo di una norma che va nella giusta direzione. Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, intervenuto ieri a 24 Mattino su Radio24, “promuove” il nuovo Codice antimafia, pur non nascondendo le sue perplessità sull’estensione della confisca dei beni, anche per equivalente e in forma allargata, agli indiziati di reati contro la Pubblica amministrazione, in assenza di una condanna. Una previsione poco garantista criticata da molti, dai penalisti ai costituzionalisti che la considerano non in linea con la Carta.
«Condivido le perplessità - ha precisato Cantone - l’ho detto fin dal primo momento. Credo che non era opportuno, né necessario, né utile estendere le misure di prevenzione ai soggetti indiziati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione e anche al peculato, perché non è necessario per il contrasto alla corruzione, perché le misure di prevenzione potevano essere già optate in casi eccezionali, perché esistono forme di sequestro e di confisca collegate alla sentenza di condanna».

L’equiparazione
L’equiparazione tra mafia e corruzione è considerata, ancora una volta soprattutto dai giuristi, una forzatura che non tiene conto delle peculiarità del metodo mafioso: dalla forza intimidatrice al controllo del territorio. Anche per Raffaele Cantone dei distinguo sono opportuni. «Condivido la posizione di chi dice che le misure antimafia hanno avuto un senso perché l’oggetto di interesse era la mafia, sistema di vita, di accumulazione di ricchezza non paragonabile a quello della corruzione». Cantone prende le distanze anche dalle conclusioni semplicistiche: «Tra l’altro molti dicono che la corruzione è l’anticamera della mafia, affermazione che non va da nessuna parte, perché quando la corruzione viene utilizzata dai mafiosi si può utilizzare l’armamentario dell’antimafia». Detto questo però il presidente dell’Anticorruzione salva l’impianto della norma. «Ho sentito delle affermazioni un po’ pesanti sul Codice anti mafia. Questo è un piccolissimo comma di una normativa particolarmente lunga, che invece è molto importante e utile. È una normativa che consentirà il funzionamento dell’agenzia dei beni confiscati, maggiore trasparenza nella nomina degli amministratori, maggiore velocità nei sequestri».

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