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A Lecce il Consiglio di Stato «cambia» la maggioranza: sindaco di centro-sinistra e consiglio di centro-destra

di Vincenzo Rutigliano

«Anatra zoppa» al Comune di Lecce. Alla luce della sentenza 1055/2018 del Consiglio di Stato, in linea con le quattro precedenti pronunce del Tar di Puglia rese a ottobre scorso, il capoluogo salentino ha un sindaco in carica di centro-sinistra, Carlo Salvemini, ma con una maggioranza di centro-destra. Ma il sindaco resiste , e annuncia di non volersi dimettere.

Risultati diversi fra liste e candidati
Il premio di maggioranza è andato, in via definitiva, al centro destra come hanno deciso i magistrati di Palazzo Spada con la sentenza resa nota oggi che ha respinto l'appello. Tutto ha avuto inizio a giugno 2017, all'indomani delle elezioni comunali. Al primo turno il voto disgiunto consegna, contemporaneamente, il 50,3% alle liste di centro-destra, maturando così il premio di maggioranza, e 3mila voti in meno al candidato sostenuto dallo stesso blocco, candidato che, evidentemente, ha “tirato” meno delle formazioni di sostegno. Si va allora al ballottaggio e vince, a sorpresa, il candidato di centro-sinistra.

I calcoli dell’ufficio elettorale
L'ufficio elettorale centrale fa le sue verifiche e nel verbale attribuisce il premio di maggioranza al centro-sinistra con un procedimento di calcolo dei voti validi che sommava quelli delle liste e dei cinque candidati sindaco del primo turno a quelli dei due candidati sindaci andati al ballottaggio. «Nonostante la semplicità della procedura e la modulistica in se chiara del verbale, l'ufficio elettorale – spiega Pietro Quinto, il legale che ha difeso cinque dei sei candidati di centro destra non eletti a seguito del premio attribuito al sindaco Salvemini - si è prodotto in una interpretazione evolutiva che ha disatteso la consolidata giurisprudenza amministrativa,le istruzioni ministeriali ed il tenore letterale e logico sistematico, giurisprudenziale dell’articolo 73, comma 10 del Tuel».

I giudici cambiano i conti
Disconoscendo il 50,3% ottenuto dalle liste di centro-destra al primo turno, l'ufficio elettorale non ha tenuto conto della diversità delle volontà espresse dagli elettori e dell'oggetto del giudizio di ballottaggio rispetto al primo turno. Insieme alla riassegnazione del premio di maggioranza, il Consiglio di Stato ha anche nominato il prefetto di Lecce come commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza attraverso l'insediamento dei sei consiglieri comunali in sostituzione di quelli illegittimamente nominati. Con il “ribaltone” in consiglio siederanno così 14 consiglieri di centro-sinistra, 17 di centro-destra e uno del Movimento 5 Stelle. Salvemini da parte sua rispetta la sentenza «senza commentare» e dichiara: «Non mi dimetto, vado avanti fin quando non ci saranno più i numeri per governare, in quel caso mi dimetterò in maniera irrevocabile».

La sentenza del Consiglio di Stato n. 1055/2018

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