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Regionali: vincono Fontana (Lombardia) e Zingaretti (Lazio)

Lo scrutinio dei voti iniziato ieri pomeriggio ha confermato quanto indicato dai primi exit poll di domenica sera: il leghista Attilio Fontana, appoggiato da una coalizione di centrodestra che comprende anche Fi, FdI, Noi con l’Italia, è il nuovo governatore della Lombardia. Nel Lazio, lo spoglio ha confermato il leggero vantaggio di Nicola Zingaretti (Pd), alla guida di una alleanza di centrosinistra eterogenea rispetto alle intese strette dal Pd alle politiche (il governatore uscente, che non è un renziano, ha inglobato anche LeU, mentre ha escluso Civica Popolare della ministra uscente Beatrice Lorenzin). Tuttavia, il distacco di Zingaretti da Stefano Parisi del centrodestra, ieri sera ancora non permetteva di ufficializzare la riconferma del governatore.

«Da parte di Confindustria Lombardia c’è la piena disponibilità a collaborare fattivamente con il governatore e la nuova giunta, per garantire a tutti territori della Lombardia le condizioni necessarie alla crescita e al benessere sociale», ha commentato l’affermazione di Fontana il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. In base ancora provvisori di ieri sera Fontana si è affermato con oltre il 53% dei voti. E per effetto della legge elettorale regionale sarà sostenuto da un0’ampia maggiornaza con almeno il 60% dei seggi. Sconfitto il candidato del centrosinistra (al 26%), il renziano Giorgio Gori, sostenuto anche da Civica Popolare ma non da Leu, che ha proesentato un proprio candidato (Onorio Rosati, fermo all’1,7%). Dario Violi dei 5 stelle supera appena il 16% (meno del 20% che il M5S ha preso alle politiche in regione).

Nicola Zingaretti, ieri sera, quando mancavano poco meno della metà delle sezioni scrutinate, conduceva con il 34%, contro il 30% di Stefano Parisi.Tuttavia, le differenze tra la provincia di Roma (il Pd è forte al centro di Roma, mentre il M5S guida in periferia e in provincia) e le altre quattro della regione (dove a guidare è il centrodestra, tranne a Rieti) non permettevano ancora di decretare la vittoria di Zingaretti. «Direi proprio che ci sono le possibilità. Certo che ci credo. Siamo testa a testa e la partita è ancora aperta». Così commentava Parisi, che ha criticato il candidato “civico” Sergio Pirozzi: «La scissione di Pirozzi ha pesato molto. Non ha avuto senso di responsabilità». Il sindaco di Amatrice (che in un primo momento era stato dato proprio come in procinto di diventare candidato del centrodestra) ieri sera era accreditato del 4,5% (il 15% in provincia di Rieti, voti che avrebbero fatto comodo a Parisi per affermarsi alla guida della Regione). Con poco più del 26%, la candidata M5S Roberta Lombardi. che ha comunque preso più voti della lista M5S (che con il 22% si avvia comunque ad essere il rpimo partito). Il dato di Lombardi e quello del M5S sono in sostanza confermati anche nel Comune di Roma, dove però nel 2016 il M5S e Virginia Raggi al primo turno presero il 35%.

Zingaretti ha comunque ottenuto un risultato migliore di quello del centrosinistra alle politiche in regione. Se dovesse essere confermato governatore, tuttavia, il rischio è che i partiti che lo appoggiano non riescano ad avere la maggioranza in consiglio. Le liste che sostengono il neogovernatore ottengono un bonus di 10 seggi (su 50), ma potrebbero non bastare.

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