Amministratori

Nella Pa 12 miliardi di immobili inutilizzati

Un milione di unità, per un totale di 325 milioni di metri quadri e un valore patrimoniale da 283 miliardi di euro. Suonano così i numeri del mattone di Stato, cioè del patrimonio immobiliare di proprietà della pubblica amministrazione fotografati nel nuovo censimento diffuso ieri dal ministero dell’Economia. Ma non devono far correre la mente a ipotesi di maxi-dismissioni pronte all’uso come strumento immediato per abbattere il debito.

Prima di tutto, sottolinea il rapporto che per la prima volta utilizza modelli statistico-matematici e metodologie standard di valutazione, il 77% di questo patrimonio, per un valore intorno ai 217 miliardi di euro, è direttamente occupato dagli uffici di ministeri, enti pubblici, e soprattutto regioni e amministrazioni territoriali in genere. Un’altra quota da 51 miliardi, che copre quindi il 23% del patrimonio, è dato in uso a privati, in affitto oppure a titolo gratuito a seconda dei casi. Restano quindi due fette più piccole, quasi residuali nell’orizzonte complessivo del mattone pubblico, che sono rappresentate dagli immobili inutilizzati (12 miliardi di valore) e da quelli in corso di ristrutturazione (3 miliardi).

I numeri del nuovo censimento confermano insomma che il mattone non è una bacchetta magica anti-debito, ma non dicono che non si possa fare nulla. La cessione di beni immobili, ha confermato giusto ieri l’Ufficio parlamentare di bilancio nel corso dell’audizione sul Def davanti alle commissioni speciali riunite, muove valori decisamente leggeti all’interno del bilancio pubblico, e con il -31,3% registrato nel 2017 ha accelerato il percorso di riduzione che prosegue dal 2014.

Il censimento, che raccoglie e valuta (in termini di «valore patrimoniale», diverso dal valore di mercato che dipende da mille variabili) i dati del mattone raccolti da 7.500 Pa offre però uno strumento per programmare utilizzi più razionali ed efficienti. Sempre che, al di là delle iniziative avviate in questi anni dall’agenzia del Demanio, si riesca a coordinare davvero le amministrazioni locali, proprietarie dei tre quarti del patrimonio immobiliare pubblico.

Il rapporto del ministero

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