Amministratori

Le Province chiedono di ricostruire l'assetto amministrativo dei territori

di Luciano Catania

Le Province esistono e possono continuare a lottare insieme a noi. L’Unione delle Province d’Italia (Upi), nell’ultima assemblea dei presidenti degli enti di area vasta, ha rilevato l’impellente necessità di revisione della Legge 56/14 e del ruolo delle autonomie locali nel processo di attuazione del regionalismo differenziato.
L’incontro tenutosi a Bergamo, lo scorso 27 giugno, ha portato all’emanazione del documento di proposte istituzionali “Ricostruire l’assetto amministrativo dei territori”, che rappresenta il manifesto dell’Upi nel confronto, ormai non più rinviabile, con il Governo e il Parlamento. Secondo i presidenti delle Province, l’Italia ha urgente bisogno d’interventi normativi che consentano alle Province, quali istituzioni costitutive della Repubblica, di avere funzioni certe e organi politici pienamente riconosciuti, personale qualificato per permettere la piena funzionalità della macchina amministrativa, autonomia finanziaria e risorse necessarie alla piena copertura delle funzioni fondamentali.

Il documento “Ricostruire l’assetto amministrativo dei territori”
Il documento-manifesto di Bergamo, approvato dall’Assemblea, parte dall’analisi della legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e fusioni di Comuni”, cosiddetta legge Delrio.
Quella che doveva essere una grande riforma del sistema istituzionale della Repubblica ha ottenuto risultati molto inferiori alle attese ed, alla fine, ha realizzato solo lo svuotamento delle Province dalle proprie funzioni, nella prospettiva del loro definito superamento.
Il manifesto auspica che le Province tornino ad essere poste nelle condizioni di erogare i servizi loro affidati, contando su organi politici pienamente riconosciuti, un’organizzazione dell’ente e del personale tale da permettere la piena funzionalità della macchina amministrativa ed una concreta autonomia finanziaria.
Per l’Upi è importante che il legislatore semplifichi la pubblica amministrazione, nelle diverse istituzioni che compongono la Repubblica, definendo con chiarezza i compiti e le responsabilità di ciascun livello di governo.

Le criticità rilevate rispetto alla legge Delrio
La riforma Delrio non ha prodotto i risultati attesi. Il suo fallimento ha portato, secondo l’analisi dell’Unione, alla perdita di autorevolezza delle Province e dei suoi vertici politici.
Il raggiungimento della missione degli enti di area vasta è stata resa più difficoltosa dalla mancanza di chiarezza nel ruolo di governo, consiglio ed assemblea dei sindaci.
Le Province, inoltre, hanno visto accrescersi la disomogeneità delle funzioni loro assegnate. I sindaci hanno perso fiducia nelle Provincie, divenute incapaci, per ragioni principalmente finanziarie, di sostenere i Comuni.

Un nuovo sistema di governo per le Province
La forma di governo delle Province, disegnata dalla legge Delrio, è stata concepita in una prospettiva transitoria, nella convinzione che la riforma costituzionale intervenisse con l’eliminazione degli enti di area vasta.
La bocciatura referendaria ha salvato, invece, le Province determinando la necessità che il Governo ed il Parlamento intervenissero modificando la normativa alla luce del responso della consultazione popolare.
Secondo l’Upi è necessario superare la solitudine dei presidenti delle Province prevedendo la sussistenza di un organo esecutivo ed è auspicato il ritorno ad un sistema universale di elezione diretta dei vertici dell’Ente (cosa già prevista in Sicilia e sulla quale si attende la pronuncia di legittimità costituzionale).
Qualora il legislatore, invece, optasse per il mantenimento di elezioni di secondo livello, dal riordino del sistema di governo dovrebbe assicurarsi autorevolezza, funzionalità e rappresentatività territoriale degli organi.

Il consolidamento e l’ampliamento delle funzioni provinciali
L’Unione delle Province, nel proprio documento-manifesto, chiede scelte decisive, capaci di dare corpo a un ente capace effettivamente di assolvere al ruolo di governo ad esso affidato.
L’Upi chiede il consolidamento delle funzioni attualmente attribuite dal comma 85 della Legge n. 56/13 ed un loro ampliamento.
Alle Provincie andrebbero affidate, secondo l’Unione, le funzioni concernenti l’adozione e l’aggiornamento della pianificazione strategica dello sviluppo locale e di governo del territorio e la programmazione della protezione civile.
Rispetto alle funzioni ambientali andrebbe meglio chiarito che la Provincia è l’istituzione competente relativamente alle autorizzazioni ed ai controlli in materia di tutela e valorizzazione del territorio.

Funzioni di coordinamento delle funzioni sovracomunali
Particolarmente rilevante è la richiesta dell’Upi di una legislazione statale che individui l’ambito provinciale come livello preferenziale di trasferimento-delega delle funzioni comunali che richiedono un coordinamento ad un livello superiore, secondo principi di sussidarietà verticale.
Le Provincie dovrebbero coadiuvare l’azione dei piccoli e medi comuni nelle politiche di investimento locale e nella gestione degli spazi finanziari e dei contributi pubblici.
Il documento-manifesto chiede la concentrazione, a livello provinciale, per i servizi pubblici locali, di tutte le funzioni attualmente attribuite ad Ato di dimensione regionale, sovraprovinciale o sovracomunale (bacini trasporti, bacini idrici, ambiti rifiuti etc.).

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