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Aumentano gli accessi abusivi ai database fiscali

Crescono gli accessi abusivi di dipendenti alle banche dati. È questo il principale rilievo contenuto nell’aggiornamento 2018 del Piano nazionale anticorruzione, appena messo in consultazione dall’Anac, presieduta da Raffaele Cantone: il documento, come ogni anno, oltre a fare rilievi generali, approfondisce alcuni temi specifici. E quest’anno si dedica alle agenzie fiscali, dopo un lavoro di analisi condotto da un tavolo tecnico portato avanti insieme al Mef e ai quattro enti: Entrate, Entrate-Riscossione, Demanio e Dogane.

L’approfondimento parte da una considerazione generale: secondo l’Anticorruzione, «l’attività delle agenzie fiscali si presta ad essere particolarmente esposta a pressioni indebite e fenomeni corruttivi o di maladministration». Posto che proprio le agenzie hanno svolto «un’intensa attività di controllo interno», restano dei problemi.

Il documento mette sotto la lente, in diversi passaggi, il tema delle banche dati. Per l’Anac, servirebbe una maggiore interoperabilità tra i sistemi informatici dei quattro enti, per aumentare l’efficacia dei controlli. Purtroppo, però, «l’interoperabilità è prevista dalla normativa vigente ma non ancora pienamente attuata»: le riforme, al momento, passano da norme di dettaglio o convenzioni tra agenzie. Servirebbe, invece, una revisione strutturale che garantisca il pieno dialogo tra sistemi operativi, aumentando la potenza di fuoco delle verifiche incrociate.

Preoccupa anche l’accesso abusivo alle banche dati, messo in atto da dipendenti che utilizzano in maniera impropria sistemi informatici, «al di fuori delle prescritte autorizzazioni o per motivi non attinenti ai compiti d’ufficio». In sostanza, l’ingresso nelle banche dati serve a raccogliere elementi per portarli a conoscenza di terzi o per conseguire finalità illecite. «Questa criticità - prosegue l’Autorità - emerge in modo evidente dal piano triennale per la prevenzione della corruzione 2018-2020 dell’agenzia delle Entrate, dove si sottolinea l’incremento dell’accesso abusivo al sistema informatico rispetto ai reati di corruzione e concussione». Questo incremento, secondo quanto dicono proprio dalle Entrate, è da spiegare, in positivo, con un aumento dei controlli, effettuati tramite applicativi che verificano la pertinenza degli accessi dei dipendenti. Il fenomeno, comunque, per l’Anac è «particolarmente significativo» in tutte le agenzie: servono adeguate misure per prevenirlo.

Così come bisogna rafforzare le rotazioni. Queste servono a prevenire fenomeni corruttivi, evitando «un prolungato esercizio di attività discrezionali in un determinato contesto». Le rotazioni, attuate per i dirigenti, sono più difficili per il personale non dirigenziale. «Le maggiori difficolta si riscontrano soprattutto in alcuni settori, laddove la carenza di risorse in organico, l’elevata specializzazione dei funzionari e l’articolazione spesso capillare degli uffici sul territorio, oltre ai limiti fissati nei contratti collettivi, renderebbero difficile la rotazione». Per l’Autorità, però, la misura va comunque applicata a tutti. E, quando non è possibile la rotazione, bisogna ricorrere a strumenti alternativi.

Nel mirino dell’Anac, infine, c’è la composizione mista delle Commissioni tributarie: giudici togati e «soggetti appartenenti a categorie professionali assai diversificate che potrebbero presentare profili di conflitti di interesse». L’eterogeneità eccessiva di Ctr e Ctp, cioè, aumenta la loro vulnerabilità.

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