Amministratori

Pa digitale, Attias nuovo commissario straordinario

C’è ufficialmente un nuovo commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale. Luca Attias, la cui nomina da parte della presidenza del consiglio dei ministri è ora in registrazione alla Corte dei Conti, prende la guida del Team per la trasformazione digitale raccogliendo il testimone lasciato da Diego Piacentini.

Proprio Piacentini aveva suggerito al governo il nome di Attias per dare continuità all’azione degli ultimi due anni. Ora si pone però un problema di ridisegno della governance della Pubblica amministrazione digitale, alla luce del dualismo mai risolto con l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), che tra l’altro da fine agosto ha un nuovo direttore generale (Teresa Alvaro, scelta dal ministro per la Pa Giulia Bongiorno).

Attias, che lascia l’incarico di Dg Sistemi informativi automatizzati della Corte dei Conti, eredita un dossier sulle cose fatte in questi due anni e sulle raccomandazione dirette al nuovo governo, pubblicato sul sito del Team digitale. E proprio la nuova governance viene indicata come prioritaria.

Nel suo documento finale, il team di Piacentini propone di «diminuire drasticamente i compiti» affidati all’Agenzia, che dovrebbe focalizzarsi su attività di regolamentazione, standardizzazione, vigilanza, pareri e supporto ai cittadini. Le attività strategiche e progettuali dovrebbero passare prima alla struttura commissariale (da prorogare per un anno) poi a un nuovo Dipartimento presso la presidenza del Consiglio con a capo un ministro o un sottosegretario, «dotato di una forte “delega” e di un budget di spesa, con funzioni di indirizzo e vigilanza su Agid». Secondo le stime contenute nelle “raccomandazioni”, nel prossimo futuro ci sarebbe bisogno di 510 esperti di tecnologia e processi di digitalizzazione da distribuire tra dipartimento, Pa centrali e Pa locali. I fondi per la struttura andrebbero recuperati «sia dalla riduzione delle dimensioni di Agid sia individuando, insieme alla Ragioneria dello Stato, i progetti tecnologici più inutili nella Pa».

Le “raccomandazioni” affrontano diversi altri temi: l’aggiornamento del piano triennale della Pa, le competenze (con la necessità di un piano di formazione digitale per il personale della Pa), un sistema di incentivi/sanzioni per le amministrazioni che adottano o ritardano la svolta analogico/digitale, progetti per rinnovare gli acquisti di servizi tecnologici.

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