Amministratori

Dirigenti, partita ancora aperta su redditi e patrimoni online

di Gianni Trovati

Resta aperta la questione dell'obbligo per i dirigenti pubblici di pubblicare redditi e patrimoni. L'udienza in Corte costituzionale (anticipata sul Quotidiano degli enti locali e della Pa del 20 novembre) non è arrivata a una decisione sul punto, per cui il dossier è rimasto aperto e avrà bisogno ancora di qualche settimana per la decisione. A portare il tema sui tavoli della Consulta era stata l'ordinanza 9828/2017 del Tar Lazio, a cui si era rivolto un gruppo di dirigenti del Garante della Privacy.

Trasparenza contro riservatezza
E proprio la tutela della riservatezza, nel braccio di ferro con il principio della trasparenza amministrativa, è al centro del confronto. Le regole introdotte in attuazione della legge Severino (decreto legislativo 33/2013) impongono alle amministrazioni di pubblicare sul proprio sito istituzionale le dichiarazioni dei redditi e le situazioni patrimoniali dei dirigenti pubblici, e prevedono anche una sanzione da 500 a 10mila euro per chi guida gli uffici che non si adeguano.

Le regole in gioco
Secondo il ricorso, oltre a violare la Costituzione (articoli 2, 3, 13 e 117), queste regole violerebbero anche la Carta dei diritti fondamentali della Ue, l'articolo 6 del Trattato e l'articolo 8 della Convenzione europea. I giudici amministrativi del Lazio hanno giudicato non infondate le questioni di costituzionalità. E anche alla Consulta, come confermano i tempi lunghi, c'è più di un dubbio.

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