Amministratori

Blocco prescrizione dal 2020 e daspo a vita per i corrotti

È un provvedimento bifronte quello approvato ieri sera definitivamente dalla Camera. A una parte dedicata infatti al potenziamento dell’attività di prevenzione e repressione dei reati contro la pubblica amministrazione se ne accompagna una concentrata sulla trasparenza (almeno finanziaria) dell’attività politica. Con un segmento a parte costituito dal blocco della prescrizione, ma solo a partire dal 2020, per tutti i reati, all’altezza della pronuncia di primo grado.

Quanto alla prima, la misura bandiera del provvedimento, insieme alla prescrizione, è rappresentata dal “daspo” a vita per corrotti o corruttori, dall’incapacità a vita a contrattare con la pubblica amministrazione, che vale per i soggetti privati in particolare gli imprenditori, e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, a carico soprattutto dei pubblici ufficiali. Per i condannati per reati contro la pubblica amministrazione, come il peculato, la corruzione, la concussione, stretta anche sul regime sanzionatorio: non saranno possibili l’assegnazione al lavoro esterno, i permessi premio e misure alternative alla detenzione.

Introdotta poi una causa di non punibilità per chi denuncia la corruzione. Nel corso dei lavori alla Camera la disciplina è stata modificata soprattutto nella tempistica: la denuncia dovrà scattare non più prima dell’iscrizione della notizia di reato e comunque entro 6 mesi dalla commissione del fatto, ma prima di avere notizia dello svolgimento delle indagini e comunque entro 4 mesi dalla commissione del fatto. Rispetto al testo approvato dal Consiglio dei ministri, la Camera ha fatto altre significative innovazioni, accorciando, per esempio, da 12 a 7 anni, i tempi per ottenere la riabilitazione da parte dei corrotti. Riabilitazione che però non ha effetti sulle pene accessorie perpetue.

Sul piano del diritto penale è potenziato il reato di traffico d’influenze assorbendo anche il millantato credito e inserendo il delitto tra quelli che danno luogo alla responsabilità dell’impresa che ne è giovata. Sul versante delle misure alle sole imprese, l’ultima versione del testo inasprisce la disciplina delle sanzioni interdittive in caso di condanna per concussione e alcune ipotesi di corruzione, aumentando la durata in una misura (fino a 7 anni, se l’illecito è commesso da soggetti in posizione apicale) comunque meno di quanto previsto dall’originario disegno di legge.

L’attività investigativa è favorita attraverso la possibilità di utilizzare l’agente sotto copertura, quell’agente cioè che diventa non punibile se, solo con l’obiettivo di acquisire elementi di prova, mette in atto condotte che costituirebbero reato. Per i reati contro la pubblica amministrazione puniti con almeno 5 anni di carcere, poi, anche questa una novità rispetto al testo approvato dal Governo, sarà possibile fare ricorso alle intercettazioni attraverso trojan.

Rafforzata la tracciabilità, infine, delle donazioni a partiti e movimenti politici: dovrà essere pubblicato online il nominativo di ogni soggetto che effettuerà una donazione di importo superiore a 500 euro.

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