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Il Veneto firma l’intesa contro il caporalato

di Mi.Ca.

Il Veneto dice no al caporalato. Regione, sindacati, associazioni dei produttori agricoli e cooperative hanno firmato ieri a Venezia un protocollo per il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura: prevede specifiche azioni per il rafforzamento dell’attività di incontro tra domanda e offerta di lavoro, che deve avvenire attraverso i centri per l’impiego e gli enti bilaterali accreditati. «Con questa intesa - si legge in un comunicato della Fai Cisl, che insieme a Flai Cgil e Uila Uil hanno siglato l’intesa per conto dei lavoratori - abbiamo più strumenti per attivare nei territori le Cabine di Regia previste dalla legge 199 del 2016 contro il lavoro nero e lo sfruttamento in agricoltura».

In Veneto l’agroalimentare contribuisce al Pil per il 15% e conta 65mila aziende e 174mila occupati. E come ricordano i sindacati, sono diversi i casi di caporalato emersi negli ultimi anni anche in questa regione. «Ci sono già in diverse regioni e province protocolli virtuosi che funzionano - ha detto il segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota – la sigla di un protocollo anche in Veneto è una buona notizia, auspichiamo sia da monito per quelle regioni che non hanno ancora attivato accordi simili, che sono fondamentali anche per dare concreta attuazione a quanto previsto dalla Legge 199».

Tra le coltivazioni in Italia più colpite dal caporalato c’è quella del pomodoro. E proprio sulla campagna 2019 l’Apo Conerpo - tra le più grandi organizzazioni di produttori di ortofrutta europea con sede nel Bolognese - lancia l’allarme: «Siamo arrivati al 50% di trapianti delle piante di pomodoro, ma il maltempo ha bloccato tutto e non siamo più sicuri che i programmi saranno rispettati - ha dichiarato ieri il presidente dell’organizzazione, Davide Vernocchi - la campagna 2019 inizierà sicuramente con ritardo e con una prima produzione più scarsa».

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