Amministratori

Via libera ai fondi 2019 per le lingue minoritarie della legge 482

di Daniela Casciola

2 milioni 825mila euro per la tutela e la valorizzazione delle lingue minoritarie del Paese. Il riparto delle risorse è stato definito nei giorni scorsi dal ministero delle Autonomie e degli Affari regionali, a seguito del bando lanciato a gennaio (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 21 gennaio).

Si tratta dei contributi a favore degli uffici delle amministrazioni pubbliche dei Comuni in cui è consentito l'uso orale e scritto della lingua tutelata che devono provvedere, anche attraverso convenzioni con altri enti, a garantire la presenza di personale che sia in grado di rispondere alle richieste del pubblico usando la lingua ammessa a tutela. A questo fine la legge del 1999 ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per gli affari regionali, un Fondo nazionale per la tutela delle minoranze linguistiche.

Quest'anno, poi, compie venti anni la legge 482 del 1999, appunto, nata per la salvaguardia delle biodiversità linguistiche in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione. Riconosce dodici comunità linguistiche storiche parlanti idiomi ascritti a varie famiglie linguistiche presenti entro i confini della Repubblica italiana e diversi dall'italiano. Questi dodici gruppi linguistici (albanesi, catalani, croati, francesi, francoprovenzali, friulani, germanici, greci, ladini, occitani, sardi, sloveni) sono rappresentati da circa 2.400.000 parlanti distribuiti in 1.171 Comuni di 14 regioni.

Le risorse disponibili per l'attuazione di quanto previsto dalla legge 482/1999 sono ripartite allo Stato (84mila euro) e soprattutto alle Autonomie locali che hanno partecipato al bando, con oltre 2,7 milioni di euro per i Comuni, la Regione Friuli Venezia Giulia (mezzo milione di euro) e la Regione Sardegna (700mila euro). 53 le domande presentate di cui 48 da parte degli Enti locali di tutto il Paese, per un totale di 103 progetti.

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