Amministratori

Tempi di pagamento, oltre la metà dei Comuni in ritardo nei primi sei mesi dell'anno

di Patriazia Ruffini

Migliorano i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni nell'anno 2018, con un ritardo medio di 7 giorni (contro 10 del 2017 e 16 del 2016). I numeri riferiti a ogni singolo ente mostrano invece, nel primo semestre 2019, oltre la metà dei Comuni con ritardi nei tempi di pagamento che vanno da un giorno a quasi 200 giorni (vedi la tabella di sintesi).
Gli ultimi dati del sistema della Piattaforma per i crediti commerciali (Pcc), pubblicati ieri sul sito del ministero dell'Economia e delle Finanze, da un lato evidenziano una riduzione del ritardo complessivo del sistema e dall'altro incutono preoccupazione per i ritardi diffusi a livello di singolo ente, vista la sanzione del fondo garanzia debiti commerciali da stanziare nella parte corrente del bilancio, entro il prossimo 28 febbraio.

Le regole e il sistema di verifica
Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, a eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo è fissato in 60 giorni. Negli ultimi anni, anche grazie all'introduzione della fatturazione elettronica (obbligatoria nelle amministrazioni pubbliche dal 31 marzo 2015), il ritardo nei pagamenti si è ridotto.
Nel monitoraggio dei debiti commerciali, la Ragioneria generale dello Stato svolge un ruolo centrale attraverso la Piattaforma dei crediti commerciali (Pcc), che acquisisce le fatture in modalità automatica, direttamente dal Sistema di interscambio dell'agenzia delle Entrate (Sdi). Siope Plus permette poi l'acquisizione automatica dei dati relativi ai pagamenti.

I numeri del 2018
Nel 2018 sono state pagate 22,1 milioni di fatture, per 128,3 miliardi di euro, che corrisponde all'88,5% del totale (al netto della quota Iva e degli importi sospesi e non liquidabili). I tempi medi ponderati impiegati per saldare, in tutto o in parte, queste fatture, sono pari a 54 giorni, a cui corrisponde un ritardo medio di 7 giorni sulla scadenza delle fatture stesse.
Il confronto territoriale mostra un divario tra il Nord, che registra tempi di pagamento mediamente inferiori di 8 giorni, e il Sud con un valore medio superiore di 11 giorni; nel Centro invece, il tempo medio di pagamento è di 3 giorni superiore.

La diffusione dei dati sui debiti commerciali
La legge di bilancio 2019 ha stabilito che, a decorrere dal 1° gennaio 2019, sono pubblicati nel sito web istituzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri, per ogni amministrazione:
• i dati riguardanti gli importi complessivi delle fatture ricevute dall'inizio dell'anno, i pagamenti effettuati e i relativi tempi medi ponderati di pagamento e di ritardo, desunti della Pcc, con cadenza trimestrale;
• i dati riguardanti le fatture ricevute nell'anno precedente, scadute e non ancora pagate da oltre dodici mesi, desunti dalla Pcc, con cadenza mensile;
• l'ammontare dello stock di debiti commerciali residui scaduti e non pagati alla fine dell'esercizio precedente.
Per dar seguito a questa normativa, la Ragioneria dello Stato ha provveduto a pubblicare i dati della Pcc. Nello specifico sono disponibili per ogni amministrazione pubblica: gli importi complessivi delle fatture ricevute nel primo semestre 2019, i pagamenti effettuati e i relativi tempi medi ponderati di pagamento e di ritardo, gli importi delle fatture ricevute nell'anno precedente, scadute e non pagate da oltre dodici mesi.
Ogni amministrazione, consultando questi dati, potrà conoscere quali sono i risultati riferiti al primo semestre 2019. Al riguardo occorre tener presente che i ritardi sono da calcolare secondo l'indicatore previsto dalla legge di bilancio 2019, diverso da quello "classico" di tempestività dei pagamenti. Il nuovo parametro calcola i tempi di ritardo su tutte le fatture arrivate e scadute nell'anno 2019, sia se pagate sia se ancora da pagare.
Il decreto fiscale (124/2019) ha da ultimo introdotto una deroga per l'esercizio 2019 consentendo di elaborare gli indicatori di ritardo dei pagamenti e di debito commerciale residuo, da utilizzare per l'applicazione delle misure di garanzia, dalla propria contabilità (e non dalla Pcc).

I dati del Mef

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