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Dl Anticrisi, nel restyling mutui Regioni e aiuti a microimprese

Un elenco interminabile. Che con il trascorrere delle ore continua ad allungarsi. Nella già nutrita lista di possibili modifiche al decretone Rilancio si aggiungono la sospensione dei mutui per Regioni e Province a statuto speciale, in contemporanea a quella già decisa per i Comuni, e nuove agevolazioni per l’accesso al credito mirate per le piccole e piccolissime imprese che sono rimaste escluse dalle misure già adottate dal Governo. E ancora: maggiori risorse per la famiglia e le scuole paritarie, ulteriori interventi per gli enti locali e per il turismo, estensione e rafforzamento con altri 50 milioni del cosiddetto “bonus mobilità”. Una coperta quasi senza confini che deve fare i conti con un gruzzolo a dir poco contenuto, come quello degli 800 milioni appostati tra le pieghe della maxi-manovra anticrisi proprio per garantire la copertura ai ritocchi più urgenti. Questa dote risicata non appare sufficiente per favorire il restyling a vasto raggio del provvedimento su cui sembrano puntare i partiti della maggioranza. E anche quelli dell’opposizione, che ieri, con i capigruppo di Camera e Senato, hanno incontrato una delegazione dell’esecutivo guidata dai ministri Roberto Gualtieri e Federico D’Incà.

Dal Governo è arrivata l’apertura ad accogliere correttivi frutto del lavoro comune dei due schieramenti. Ma il clima non è apparso del tutto disteso. Forza Italia avrebbe continuano a mostrarsi disponibile a individuare sinergie per il miglioramento della maxi-manovra, mentre la Lega avrebbe di fatto rimandato la partita al momento della scrematura degli emendamenti in commissione. Ancora più rigida è apparsa Forza Italia che con i capigruppo della Camera, Francesco Lollobrigida, e del Senato, Luca Ciriani, ha incalzato il Governo sulla necessità di garantire la diretta streaming dell’incontro. Dall’esecutivo è arrivato un no. Con D’Incà che ha definito strumentale la richiesta.

Ma anche nella maggioranza il confronto si profila non proprio in discesa. L’incontro tra la delegazione dell’esecutivo e i capigruppo delle forze politiche che lo sostengono era stato ipotizzato per ieri sera ma è poi slittato a oggi, se non addirittura a domani, a causa dell’accavallarsi di alcuni impegni. Ma non sarà facile tracciare una rotta sicura per far arrivare in porto senza troppi danni la maxi-manovra da 266 articoli e oltre 1.050 commi. Il primo argine dovrà essere messo alle ondate di migliaia di emendamenti che rischiano di abbattersi entro la prossima settimana sul decreto, alimentate del vento di restyling su cui confida la maggioranza. Poi dovranno essere individuate le coordinate per evitare sconfinamenti rispetto alla mappa contabile messa punto dal Mef: spazi rigidi per 55 miliardi di deficit e 155 miliardi di risorse complessivamente mobilitate, garanzie comprese. Lo stesso Gualtieri nell’audizione parlamentare di ieri ha fatto chiaramente capire che alcuni paletti sono invalicabili.

Due o tre priorità sono state comunque già individuate. Come l’estesione di ecobonus e sismabonus al 110% a tutte le seconde case (“unifamiliari” incluse). La conferma di questa opzione è arrivata ieri in un diretta Facebook dal sottosegretario alla Presidenza, Riccardo Fraccaro. In questo caso lo scoglio-risorse appare superabile. Più ardua appare invece l’impresa per il prolungamento della Cig a tutto dicembre su cui spinge con forza il Pd.

Ma anche i Cinque stelle sono in pressing per un consistente pacchetto di modifiche. Il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa, ha chiesto che la sospensione dei mutui prevista per gli enti locali venga esplicitamente prevista anche per Regioni e Province a statuto speciale. Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco (sempre M5S) ha invece annunciato che sono allo studio misure per agevolare le piccole imprese escluse dagli interventi fin qui varati di accesso al credito. A chiedere un estensione del “bonus bici” e una dote rafforzata per le agevolazioni sul fronte della mobilità sono i ministri Paola De Micheli (Pd) e Sergio Costa. Anche sul bonus affitti sono destinate ad arrivare novità. Il presidente della commissione Finanze della Camera, Raffaele Trano (ex M5S) annuncia un emendamento per garantire il credito di imposta anche agli “esercizi” che hanno inziato l’attività dopo il 1° gennaio 2019.

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