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I sindaci delle città: «Senza aiuti a rischio i servizi» - Oggi il vertice con Conte

La Lombardia comincia a temere l’“effetto Navigli” e resta il sorvegliato speciale in vista del 3 giugno quando si riapriranno i confini regionali. Il 65% dei 584 nuovi contagi di ieri in tutta Italia sono lombardi, seguiti dal Piemonte (+73) l’altro osservato speciale, e dalla Liguria (+39) mentre la curva nel resto d’Italia è ampiamente sotto controllo, con diverse Regioni in cui i nuovi contagi si contano sulle punta delle dita. L’ipotesi di riaperture differenziate resta quindi sul tappeto. E a farne le spese, oltre alla Lombardia potrebbe essere il Piemonte. Il Governo rinvia la decisione a quando arriveranno gli ultimi dati sui contagi a due settimane dal 18 maggio. L’obiettivo oltre la sicurezza è evitare lo scontro tra Regioni.

Se il governatore ligure Giovanni Toti apre le braccia a piemontesi e lombardi, il suo omologo della Sardegna, Christian Solinas ribadisce che per entrare nella sua Regione servirà il “passaporto sanitario” ovvero un certificato che garantisca la negatività al Covid. Pretesa sposata anche dal governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che fra l’altro dice di voler riaprire i confini regionali non dal 3 bensì dal 7 giugno. A loro si è aggiunto anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris secondo cui al momento «non ci sono le condizioni per consentire liberamente uno spostamento dalla Lombardfia e dal Piemonte». Prese di posizione che hanno suscitato la reazione piccata di Giuseppe Sala. «Ce ne ricorderemo», ha detto il sindaco di Milano. Tace invece il governatore Fontana, alle prese con l’indagine di Bergamo. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, tenta di gettare acqua sul fuoco in vista della riunione con il Governo che si terrà probabilmente domani e avrà al centro proprio le diverse richieste provenienti dai colleghi governatori: « Bisogna prendere una decisione insieme, condivisa».

I dati restano però restano preoccupanti perchè in Lombardia non scendono, anzi sono in risalita viaggiando tra i 200-400 nell’ultima settimana. Ache se nel numero di ieri pesano i 168 tamponi positivi effettuati a seguito di test sierologici su iniziativa di singoli cittadini e processati dall’Ats di Bergamo negli ultimi sette giorni. A sciogliere gli ultimi dubbi potrebbero essere le “pagelle “ con i 21 indicatori che arriveranno domani (o al massimo sabato) dal ministero della Salute con la fotografia non solo della diffusione del virus ma anche della capacità di reazione dei servizi sanitari. A favore della Lombardia giocano i numeri positivi degli accessi ospedalieri e delle terapie intensive. Ma la sensazione è che non si deciderà prima del week end. Nel frattempo anche i sindaci sono sul piede di guerra. «Senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane. Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini», scrivono i 13 sindaci delle città metropolitane in una lettera inviata al premier, Giuseppe Conte, che li ha convocati oggi per un incontro in videoconferenza .

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