Appalti

Oggi il decreto «anti-referendum» del governo: stop ai voucher, responsabilità appalti piena

Via il beneficio della preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore nelle controversie sui crediti di lavoro, con il ripristino della piena responsabilità solidale nella catena degli appalti: neanche con la contrattazione collettiva, le parti potranno introdurre “filtri” a tutela dell’impresa committente. Cancellata anche l’intera normativa sul lavoro accessorio, negando così a tutti (aziende, famiglie e Pa) la possibilità di pagare con i voucher le prestazioni di impiego occasionale-temporaneo.

Il provvedimento in Cdm
Per scongiurare il doppio referendum promosso dalla Cgil, il governo questa mattina presenterà in consiglio dei ministri un decreto legge che cancella con un tratto di penna tre articoli del decreto attuativo del Jobs act sui voucher e ritorna alla vecchia formulazione dell’articolo 29 del Dlgs 276 del 2003 (applicativo della legge Biagi), superando la successiva evoluzione normativa orientata a bilanciare gli interessi di imprese e lavoratori. Il decreto legge recepisce gli emendamenti votati ieri sera in commissione lavoro alla Camera, presieduta da Cesare Damiano (Pd), anche se sarà la Corte di Cassazione a decidere se in questo modo vengono superate le ragioni del doppio referendum. Sui voucher è previsto anche un periodo transitorio: i buoni lavoro si potranno comprare fino all’entrata in vigore del decreto legge, e saranno utilizzabili fino al 31 dicembre 2017. L’idea del governo, spiega il capogruppo Pd, Ettore Rosato, è «in questo periodo, dopo aver superato il referendum, lavorare con le parti sociali per nuove norme che mettano a disposizione delle famiglie uno strumento per pagare ciò che oggi si paga con i voucher e delle imprese per accedere in modo più semplice al mercato del lavoro» (l’ipotesi allo studio è una semplificazione del lavoro a chiamata, togliendo gli attuali limiti di età).
Per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, l’eliminazione secca dei voucher «è molto deludente, anche come scelta politica. Se proprio si doveva fare così, meglio votare il referendum». Il leader degli industriali chiama in causa la Cgil: «Se bisogna avere un confronto - ha aggiunto - non è che si fa solo quando piace. Politiche del doppio livello non convengono a nessuno. Se qualcuno non vuole più sedersi al tavolo con noi, vada dai partiti».

Le responsabilità negli appalti
Nel mirino anche il ripristino della responsabilità piena negli appalti: «Mettere sullo stesso piano committente e appaltatore sarebbe una grande ingiustizia - ha detto il vice presidente per il Lavoro e le Relazioni industriali di Confindustria, Maurizio Stirpe -. Molto spesso il committente non è informato sulle inadempienze dell’appaltatore». E soprattutto «impedire l’integrazione del contraddittorio è nei fatti consentire una causa su un credito di lavoro senza il datore, con una palese violazione della Costituzione», aggiunge il professor Arturo Maresca (Sapienza, Roma). Il dietrofront sui voucher viene bollato come «schizzofrenia legislativa» dal presidente della commissione lasvoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), che ha presentato una proposta di legge che riguarda i voucher e la «responsabilità solidale del committente e dell’appaltatore nei limiti in cui il secondo fa accedere il primo a tutta la documentazione relativa alle prestazioni lavorative consentendogli di esercitare il potere di controllo indicato da un decreto ministeriale», con un «rafforzamento delle tutele del lavoratore compatibile con le esigenze dello sviluppo dell’economia».

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