Appalti

Mercato più aperto per gli edifici d’arte con le nuove regole in vigore dall’11 novembre

Mercato più aperto per i lavori pubblici sui beni culturali (restauro di immobili tutelati e superfici decorate, scavi archeologici) dopo il Regolamento del Mibact (attuativo del Codice appalti), che entrerà in vigore l'11 novembre prossimo.
Basterà dimostrare di aver eseguito il 70%, e non più il precedente 90%, dell'importo della classifica per cui è richiesta la qualificazione. E soprattutto non sarà necessario dimostrare di aver eseguito quell'ammontare nei cinque anni precedenti la firma del contratto, ma senza limite temporale (purché si dimostri continuità nell'attività).
Anche sui requisiti di idoneità tecnica il nuovo regolamento, nel precisare meglio il costo e le caratteristiche del personale necessario, rende di fatto più flessibili i requisiti, anche in questo caso ampliando il novero delle imprese che potranno partecipare alle gare.

Le nuove regole
Il decreto ministeriale del Ministero dei Beni Culturali 22 agosto 2017 n. 154 - e contenente appunto il nuovo regolamento su «appalti pubblici di lavori riguardanti i beni culturali tutelati ai sensi del Dlgs 42/2004» - , è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 27 ottobre ed entrerà in vigore il prossimo 11 novembre.
Circa l'idoneità organizzativa, la nuova disciplina è più articolata di prima, ma di fatto più morbida, perché chiede la presenza di una quota di restauratori solo per i lavori in Os-2A e Os-2B (superfici decorate e beni mobili), mentre per la categoria generale Og-2 (restauro e manutenzione di beni immobili tutelati) i requisiti si riferiscono in generale al costo del personale dipendente (almeno il 15% del valore dei lavori realizzati nei dieci anni precedenti).

La situazione del settore
Il mercato dei lavori di restauro, tuttavia, non sta passando un buon momento. Sia i valori a base di gara sia le aggiudicazioni si sono sostanzialmente dimezzati negli ultimi anni. I bandi sono passati dagli 800 milioni di euro medi del 2012-2014 ai 400 milioni a base d'asta del 2016, con i primi sette mesi del 2017 in linea.
Per le aggiudicazioni si è passato dai 561 e 518 milioni rispettivamente nel 2012 e 2013, poi saliti a 650 milioni nel 2014 e 670 nel 2015, ai miseri 333 milioni nel 2016, con ulteriore calo del 23% nei primi nove mesi di quest'anno.

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