Appalti

Autostrade, stop all’emendamento del Dl fiscale sul «60% in gara»

Stop alle novità in materia di appalti delle concessionarie autostradali: la quota da affidare con gara resta all’80%. La legge di conversione del decreto fiscale non ritoccherà dunque, come programmato, il Codice appalti sul delicato tema delle gare e degli affidamenti in house. All’ultimo momento, il Governo ieri ha deciso di esprimere parere negativo sull’emendamento, già depositato in commissione Bilancio al Senato, che avrebbe dovuto riabbassare la soglia al 60%.
L’emendamento, a firma Pd, prevedeva una deroga all’attuale articolo 177 del Codice appalti 2016, che impone di mandare in gara una quota obbligatoria pari all’80% dei lavori, servizi e forniture maturati nell’ambito della concessione. Questo tetto, più alto di venti punti rispetto a quello attuale, scatterà dal 19 aprile del 2018.

L’emendamento ritirato
Secondo l’emendamento (poi ritirato), i soggetti titolari delle concessioni autostradali avrebbero potuto ottenere un regime speciale, con l’obbligo di «affidare una quota pari al 60% dei contratti di lavori, servizi e forniture» tramite gara. Il resto sarebbe andato alle società in house. L’effetto pratico era di tenere in vita l’attuale limite del 60% per i lavori, mantenendo il nuovo obbligo di gara per servizi e forniture (che oggi non ne hanno), seppure abbassato al 60%. Questo schema, dopo una trattativa sotterranea durata diversi giorni, è stato accantonato ieri, dopo lo stop deciso dal Governo.

Le reazioni
«È un colpo durissimo per i lavoratori - si legge in una nota congiunta di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil - tremila operai e tecnici specializzati ora rischiano di essere licenziati». Nelle prossime ore, annunciano, sarà proclamato uno sciopero nazionale.
«Ha vinto l’Ance - ammette il primo firmatario, il senatore Pd Daniele Borioli - ma il punto non era il mercato, perché con il 60/40 saremmo tornati alla soglia introdotta da Monti nel 2012 e prevista dalle direttive Ue. Il punto era evitare che con l’80% in gara si perdano migliaia di posti di lavoro». Lo scenario è realistico, perché le imprese di costruzione controllate da società autostradali (Pavimental di Autostrade per l'Italia, Itinera del Gruppo Gavio e Serenissima costruzioni di Brescia-Padova Spa) perderanno dal 2018 una quota sicura di lavori. Appalti che torneranno sul mercato con gara, ma - questo è il timore dei sindacati - non come lavoro stabile, a tempo indeterminato, ma con contratti di cantiere di piccole o medie imprese edili.

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