Appalti

Pronte le linee guida per la progettazione contro il dissesto

Le linee guida per la progettazione in materia di dissesto idrogeologico completano il loro percorso. Il prontuario, sviluppato dall’Unità di missione “Italia Sicura”, sarà discusso per l’ultima volta oggi a Roma nel corso di un evento che vedrà il coinvolgimento di 144 esperti provenienti da tutto il paese. Diventa, così, il riferimento futuro per tutta la catena che va dalla preparazione delle gare al cantiere in materia di messa in sicurezza del territorio: realizzazione dei bandi, redazione degli elaborati, verifica della loro corretta esecuzione.
Del testo parla il direttore dell’Unità di missione, Mauro Grassi: «L’iniziativa – spiega Grassi - parte con il lancio del Piano per le aree metropolitane. Ci siamo accorti che molte progettazioni erano indietro. Allora, abbiamo deciso di affiancare al piano il fondo progettazione da 100 milioni, e queste linee guida, che consentiranno una maggiore qualità e che lasciamo in eredità al prossimo Governo, perché il tema della prevenzione resta centrale anche in futuro».

La qualità dei progetti
Il documento punta a una maggiore qualità dei progetti, collocandoli in un contesto più ampio. «Ci sembra evidente che questi non sono interventi di competenza del singolo Comune, ma di area vasta. Non guardiamo così tanto alla qualità del singolo progetto, ma al fatto che il progetto deve passare da essere un evento puntuale a diventare un evento sistemico», prosegue Grassi. La materia del dissesto idrogeologico, in questo senso, è particolare: «Quando progetti sul dissesto – dice ancora - devi sempre avere un sistema territoriale di riferimento, devi considerare la vallata, il bacino idrografico, la connotazione geomorfologica». Andrà, quindi, analizzata la coerenza dell’intervento con la pianificazione e la programmazione vigente.

Costi e benefici
Il secondo passaggio chiave del documento riguarda la sostenibilità economica e sociale e il rapporto tra costi e benefici. «L’obiettivo non è eliminare il rischio, ma gestirlo – dice ancora Grassi -. Dal punto di vista economico, ci sono interventi che magari possono sembrare meno importanti ma che hanno un’efficienza elevatissima, perché permettono di mettere in sicurezza molte persone». Discorso simile per il rilievo sociale. «Dobbiamo anche pensare a quali saranno i progetti più accettati a livello territoriale».
Le linee guida, dopo una lunga fase di consultazione e condivisione con i territori realizzata nel corso dei mesi attraverso quindici riunioni in tutto il paese, saranno discusse nella loro versione finale. E, da questo momento, saranno a disposizione di tutte le amministrazioni. I progettisti che redigono gli elaborati, chi compone i bandi e chi verifica la corretta esecuzione dei progetti potranno utilizzarle nelle diverse fasi di gara come “best practice” alla quale fare riferimento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©