Appalti

Cantieri 2018-21, 18 miliardi in più - Il 2019 è «perso» se non si accelera

La legge di bilancio piace ai costruttori che però aspettano il governo alla prova dei fatti: lo sblocco effettivo degli investimenti nel 2019. Nel rapporto dell’Ance che esamina le norme del disegno di legge di bilancio numerosi gli «apprezzamenti». Anzitutto per la «importante iniezione di risorse», calcolate in 97,5 miliardi in 15 anni «che sembrerebbero aggiuntive rispetto al Fondo da oltre 83 miliardi istituito presso la Presidenza del Consiglio». Valutazione nettamente positiva che plaude alla svolta di un governo orientato a fare degli investimenti pubblici la leva principale della scommessa sulla crescita. Svolta nelle cifre (sempre accompagnata dalla massima «attenzione all’effettivo utilizzo delle risorse») ma anche nell’apparato tecnico che si vuole creare all’interno della Pa per supportare gli investimenti e risolvere criticità storiche come quelle della pianificazione e della progettazione: la centrale per la progettazione delle opere pubbliche, appunto, la struttura di missione di supporto all’attività del Presidente del Consiglio in materia di investimenti pubblici e privati (denominata InvestItalia) e la cabina di regia “Strategia Italia” (anticipata dal decreto Genova).

L’apprezzamento Ance va a tutte e tre, ma per la centrale di progettazione e la task force l’allarme sui tempi di messa in moto (previsto un Dpr entro sei mesi) è massimo, al punto che la modalità e la tempistica di attuazione di questa norma può mandare per aria l’intero disegno.

«I tempi medio-lunghi necessari per il raggiungimento della piena operatività della centrale per la progettazione – dice il documento dell’Ance – appaiono incompatibili con l’obiettivo di rilancio degli investimenti pubblici nel 2019». Una obiezione che pesa come un macigno sulla valutazione dell’intero impianto. Non solo: «Il rischio è che nelle more della piena funzionalità» delle due strutture «si perda ulteriormente tempo e si finisca, come accaduto negli ultimi due anni, per annullare qualsiasi effetto positivo sul livello degli investimenti 2019». Ormai l’Ance su questo punto non fa più sconti a nessuno e il presidente dell’associazione, Gabriele Buia, lo ribadisce puntigliosamente. «Siamo stanchi di annunci che sfiorano il mito quando la realtà è poi molto più cruda. A noi interessa solo la spesa effettiva, a la “salizzazione” (da Sal, stato avanzamento lavori, il documento che indica lo stato effettivo dei lavori realizzati da mettere in pagamento) e vorrei dire gli indici di occupazione che meglio di ogni altra cifra danno l’idea di una crescita reale, delle imprese con i loro lavoratori. Voglio ricordare che nel 2016 ci era stata annunciata una flessibilità Ue aggiuntiva per 5 miliardi quando il risultato a consuntivo è stato -1 miliardo. Nel 2017 ci veniva promessa una spesa aggiuntiva di un miliardo con il «fondo Renzi» e il superamento del patto di stabilità e il risultato finale è stato -2 miliardi. Nel 2018 il Def parlava di +850 milioni di investimenti e stiamo chiudendo a -750 milioni. In tutto un gap di 10 miliardi fra previsioni e realtà. Qualcuno si scandalizza ancora se i costruttori sono critici dopo tante parole non seguite dai fatti?

Nei confronti del nuovo governo l’apertura di credito è notevole ma l’avvertenza che a contare sono solo i fatti è, anche qui, chiara e netta. Seguita dalla richiesta di un alleggerimento immediato di procedure, a partire da quelle per Cipe, Corte dei conti e Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Buia vuole anche rispondere al presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che ieri, nell’intervista al Sole 24 Ore, ha pesantemente criticato il decreto Genova e la stagione delle nuove, pesantissime deroghe in arrivo. «Siamo in pieno accordo con il presidente Cantone e voglio ricordare che da anni conduciamo una battaglia contro le deroghe, mentre siamo per una legislazione ordinaria semplificata che acceleri l’iter per tutte le opere ». Buia apprezza anche «l’idea di una revisione a 360 gradi del codice degli appalti con un disegno di legge delega», ma chiede comunque al governo un decreto per introdurre le modifiche più urgenti. Quanto al ruolo dell’Anac - che l’Ance considera «fondamentale» nell’assetto del sistema delle opere pubbliche - Buia auspica comunque che «l’Autorità si concentri maggiormente sui controlli lasciando il ruolo regolatorio ad altre istituzioni». La conferma, in sostanza, della posizione dell’Ance che chiede il ritorno al regolamento generale attuativo del codice in sostituzione delle linee guida Anac.

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