Appalti

Così il tasso di «attualizzazione sociale» incide sui risultati

di Leonardo Falduto

A ben guardare, dai documenti ministeriali costitutivi l'analisi costi-benefici relativa al Terzo Valico emerge anche un dato particolarmente importante: il tasso di Attualizzazione Sociale. Si tratta del tasso con cui si opera l'attualizzazione dei flussi finanziari futuri dei benefici e dei costi (positivi e negativi) e che permette di sommare algebricamente valori riferibili a diversi periodi di tempo. Naturalmente non è un problema solo italiano scegliere correttamente questo tasso. Le alternative sono due: calcolarlo autonomamente secondo l'impostazione scientifica corretta o adottarne il valore indicato da un soggetto considerato super partes, come l'Ue o la Banca Mondiale o la Banca Europea degli Investimenti.

Il confronto europeo
Nel caso del Terzo Valico, il gruppo di lavoro ministeriale ha scelto di impiegare, nell'attualizzazioni finanziarie dell'analisi economica, spinte per 60 anni di vita utile dell'opera, il tasso di attualizzazione sociale fissato dall'Unione Europea nell'ambito del Regolamento di esecuzione n. 207/2015, che è attualmente pari al 3%. Questo riferimento opera per tutti i Paese europei, ma alcuni condividono il 3% (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito), mentre per gli altri Stati l'Ue fissa il 5%. L'applicazione del Regolamento è peraltro obbligatoria solo nel caso di analisi costi-benefici dei grandi progetti per cui uno Stato dell'Unione dovesse chiedere un contributo a valere sul Fesr e sul Fondo di Coesione. L'Ue ammette deroghe, ma basate sulla dimostrazione matematico-scientifica del calcolo in conseguenza di peculiarità che si riflettono sui parametri della formula di Ramsey, alla base dei concetto di analisi economica.

Le deroghe
Ad esempio, il Regno Unito ha una lunga tradizione di misurazione del proprio Tas (anche detto saggio sociale di preferenza temporale, in inglese: Srtp, Social Rate of Time Preference), come definito nel famoso Green Book, e lo fissa dal 2003 pari al 3,5%. Ma il Green Book si spinge persino a indicare il progressivo abbattimento del tasso che, per la durata di 60 anni pari a quella applicata nel caso dell'analisi del Terzo Valico, diventerebbe pari al 3%, pienamente coincidente con le prescrizioni regolamentari Ue. Rimanendo in Italia, un recente studio di estremo interesse - svolto da tre universitari del Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Salerno (A. Nesticò, G. De Mare, A. Conte) - ricostruendo con logiche di computo su basi estimative il valore attribuibile in Italia al tasso sociale di preferenza temporale, in base alla formula di Ramsey, afferma che il “giusto” Tas deve ricadere nell'intervallo 3,1% - 3,4%. Si potrebbe quindi affermare che, congiungendo le prescrizioni europee con lo Studio di Nesticò & c., in Italia sarebbe necessario applicare un tasso di attualizzazione dei flussi, al fine di svolgere correttamente l'analisi (economica) costi-benefici, compreso nell'intervallo 3% - 3,4%. Tassi sensibilmente maggiori tendono ad abbattere in termini eccessivi i flussi positivi di benefici futuri (prevalentemente presenti non già nei primi anni caratterizzati, invece, dai costi di investimento) concorrendo, quindi, nella fase di scelta tra costruire in termini tradizionali un'opera (appalto) o invece avviare un Partenariato Pubblico Privato di costruzione e gestione a “forzare” i numeri in favore del partenariato e/o nella fase di definizione dell'orizzonte temporale della concessione di gestione a “spingere” l'individuazione di periodi di concessione di ampiezza ingiustificatamente maggiore di quella congruamente giustificabile.

Gli altri casi
Pare essere questo il caso dello Studio di Fattibilità (luglio 2018) relativo al progetto di Parco della Salute, della ricerca e dell'innovazione di Torino nel quale si afferma - in tema di determinazione del Public Sector Comparator e, quindi, della verifica di convenienza ad affidarsi a un Ppp in alternativa ad un Traditional Procurement - che «per il tasso di attualizzazione si è utilizzato il tasso di sconto r pari al 5%». Nello studio di fattibilità regionale a giustificazione della scelta si richiama il documento «Analisi delle tecniche di valutazione per la scelta del modello di realizzazione dell'intervento: il metodo del Public Sector Comparator e l'analisi del valore» in cui si rinvierebbe alla decisione della conferenza dei Presidenti delle Regioni che, nella «Guida per la certificazione da parte dei Nuclei regionali di valutazione e verifica degli investimenti pubblici», avrebbe indicato un tasso di sconto per i flussi di cassa degli investimenti pubblici pari al 5%. In realtà, tale riferimento (risalente al 2001 ed in ultimo aggiornato da Itaca nel 2012-2013), per i motivi sopra descritti, a partire dal 2015 è del tutto anacronistico e scorretto. Di diverso tenore, invece, lo studio di fattibilità e l’analisi costi-benefici predisposti nel 2012 dalla Regione Puglia per consentire al nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici regionale la valutazione complessiva del progetto relativo alla realizzazione del nuovo Ospedale del Sud-Est Barese. Il risultato delle stime e previsioni dei costi-benefici insorgenti/derivanti nel caso si avviasse il progetto del nuovo Ospedale di Bari viene, infatti, così presentato: «L'analisi economico sociale evidenzia un VAN differenziale positivo tra la “situazione con” e la “situazione senza” progetto, calcolato al tasso del 3,5%, pari ad euro 230,4 milioni>. Un valore del tasso di Attualizzazione Sociale che oggi definiremmo molto prossimo alla congruità, in base allo Studio Nesticò & c., ancorchè in allora si discostasse “opportunamente” molto dal valore di riferimento pari al 5% che, se adottato, al fine di ottenere un Van differenziale positivo avrebbe determinato con tutta probabilità la necessità di allungamento del periodo di concessione di gestione, dai 20 anni prescelti ai 23-25 anni.

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