Fisco e contabilità

Italia fanalino di coda nella classifica europea

In base ai dati forniti all’Eurostat nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, lo stock di debiti commerciali in rapporto al Pil è in Italia superiore a quello di tutti gli altri Paesi dell’Unione. Il dato è stato rilevato dall’indagine di Intrum Justitia, società di servizi di credit management, effettuata su un panel di 9.440 imprese europee di 29 Paesi diversi e pubblicato nell’European Payment Report 2016. Nello stesso studio si dice anche che, per quanto riguarda i tempi di pagamento, si riscontra un divario significativo tra l’Italia e la media degli altri Paesi europei considerati.

I dati
Molti altri sono gli elementi di interesse dello studio pubblicato la scorsa estate: in Italia quasi un terzo delle Pmi e una su cinque tra le grandi aziende afferma che potrebbe assumere più dipendenti se fosse pagata più velocemente. Il 60% delle piccole e medie imprese dice di aver accettato termini di pagamento più lunghi rispetto alle proprie normali condizioni contrattuali. In Europa per più di sei aziende su dieci, il 63%, i pagamenti deliberatamente in ritardo sono una delle cause principali; in Italia il ritardo intenzionale è una causa per il 75% degli intervistati. Nel 2015 in Italia le imprese hanno dichiarato di aver portato a perdita il 3,8% del fatturato totale a causa dei ritardi e delle insolvenze di pagamento; ma, se si aprrofondisce l’analisi, la percentuale di perdita sui crediti delle Pmi italiane è del 4,2% contro l’1,6% delle grandi aziende. Questa discrepanza mostra come le piccole e medie imprese siano particolarmente vulnerabili. In particolare, quando il debitore è un soggetto della pubblica amministrazione. Se, infatti, in Europa il settore pubblico paga i propri fornitori in media dopo 36 giorni, la pubblica amministrazione italiana impiega in media ben 131 giorni. Un tempo infinito, nonostante la Direttiva europea del 2000, poi riformata nel 2011, preveda termini perentori di pagamenti dei crediti commerciali di 30 giorni (o di 60 in taluni casi, come la sanità).

La certificazione dei crediti
In Italia sono state introdotte misure legislative per migliorare la situazione. Una di queste è la certificazione dei crediti: in pratica, la Pa, che ha l’obbligo di certificare i crediti commerciali entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta da parte del creditore, attesta, con una certificazione, che il credito è certo, liquido ed esigibile e in questo modo lo rende “bancabile e finanziabile” in modo da agevolare il creditore, ma al contempo dilaziona i tempi di pagamento, che possono arrivare anche a 12 mesi. Il creditore, dal canto suo, ha a disposizione strumenti come il factoring, la cartolarizzazione o la cessione dei crediti, ma lo scenario degli strumenti e delle agevolazioni per l’accesso al credito da parte delle imprese è quanto mai ingarbugliato e stratificato di norme, stratificazione - disordinata - che provoca una disparità normativa tra le diverse forme di cessione dei crediti. Prova ne è, ad esempio, il meccanismo dello split payment, operativo dal primo gennaio 2015, che, se da un lato contrasta il fenomeno dell’evasione fiscale sdoppiando il pagamento in due - da una parte il corrispettivo della fattura e dall’altra l’Iva che viene trattenuta e versata direttamente all’Erario -, dall’altro canto sottrae da subito alla disponibilità del fornitore un importo che è possibile chiedere solo attraverso la compensazione.

Forum Legale Crediti Pa
Di tutti questi argomenti se ne parlerà questa mattina a Roma, al Centro congressi The Church Village, durante il “Forum Legale Crediti PA”, promosso e organizzato da Banca Sistema: occasione di incontro e confronto attivo tra i maggiori esperti del settore legale sulle tematiche di attualità, relative proprio al mondo dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Obiettivo del Forum è favorire il reciproco aggiornamento, lo scambio di opinioni e informazioni su opportunità, criticità, possibili soluzioni e azioni congiunte, oltre che formulare proposte per le autorità competenti. «Una delle principali criticità che emerge dall’esperienza di chi opera nel settore - spiega la presidente di Banca Sistema Luitgard Spögler - è la necessità di definire un quadro legislativo più chiaro e coerente, anche per migliorare, nell’interesse comune, l’efficienza dei processi di recupero dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Obiettivo del Forum Legale è in particolare quello di stimolare il dibattito tra esperti della materia e far emergere possibili contributi da fornire nelle opportune sedi per migliorare il quadro normativo, anche in termini di una maggiore armonizzazione».

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