Fisco e contabilità

Split payment per tutte le quotate

Lo split payment punta a raccogliere 1,2-1,3 miliardi, e per centrare l’obiettivo si allarga, oltre che a tutte le pubbliche amministrazioni, alle società controllate, anche indirettamente, e alle società quotate. La «scissione contabile», che in pratica mette in mano ai fornitori le fatture al netto dell’Iva perché quest’ultima viene girata direttamente all’Erario, dovrebbe poi imbarcare anche i professionisti, finora esclusi dal meccanismo,
Il Consiglio dei ministri ieri ha dato il via libera al decretone nato per attuare la manovra correttiva da 3,4 miliardi, e cresciuto negli ultimi giorni fino a imbarcare un pacchetto imprese e soprattutto le norme del decreto enti locali. E con qualche novità, a partire dall’arrivo della cedolare secca sugli affitti brevi Airbnb anche per chi affitta per non più di 30 giorni via internet (si veda il servizio a pagina 5). E il ritorno della garanzia dello Stato da 97 milioni per la realizzazione in Italia nel 2022 della Ryder Cup di Golf. Confermati gli sgravi alle imprese per i premi di produttività così come la prima tranche da 1 miliardo del fondo triennale “post-terremoto”. Saltano invece alcune misure per la crescita: dall’estensione dell’iperammortamento e la semplificazione delle cartolarizzazioni sul credito alla norma “acchiappa-fondi”.

Split payment

La correzione da due decimali di Pil chiesta da Bruxelles rimane però la protagonista del provvedimento, e in questa chiave è lo split payment a raccogliere lo sforzo maggiore. Uscite di scena le accise sui carburanti per la polemica politica delle scorse settimane, infatti, rimangono in campo solo i ritocchi a quelle sui tabacchi, che valgono 120-150 milioni, per cui tocca all’anti-evasione trovare il resto delle entrate necessarie. Per questa ragione, i tecnici del Mef hanno lavorato all’estensione della platea fino ad accogliere appunto tutte le società controllate, in via diretta e indiretta, dalle Pa centrali e locali, e le aziende quotate. Il decreto è stato approvato «salvo-intese», in una forma quindi aperta a successivi ritocchi tecnici, ma a quanto si apprende dovrebbe cadere la deroga che finora ha evitato lo split payment quando a fornire beni e servizi erano i professionisti.

Compensazioni e detrazioni

Confermata la stretta sull’uso indebito in compensazione dei crediti d’imposta e l’applicazione dell’Iva detraibile. Scende da 15mila a 5mila euro l’obbligo del visto di conformità per compensare imposte dirette, addizionali, sostitutive e Irap. Mentre per la detrazione Iva scatta l’obbligo di utilizzo con la dichiarazione relativa all’anno in cui è sorto il diritto alla detrazione e non più come opzione nei due anni successivi. Sempre in materia di Iva la compensazione del credito annuale o relativo a periodi inferiori all’anno, per importi superiori a 5mila euro annui (prima erano 10mila), può essere effettuata a partire dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione o dell’istanza da cui il credito emerge. Stop, poi, alle compensazioni per saldare importi contestati e iscritti a ruolo.

Liti pendenti e mediazione

Confermata la chiusura delle liti pendenti in ogni grado di giudizio, compreso quello in Cassazione con il pagamento di tutti gli importi di cui indicato nell’atto impugnato in primo grado e degli interessi da ritardata iscrizione a ruolo calcolati fino al 60° giorno successivo alla notifica dell’accertamento. Se le liti riguardano interessi di mora e sanzioni non collegate a tributi per la definizione agevolata si versa il 40% degli importi in contestazione. Sono escluse dalla rottamazione le liti fiscali su direttive comunitarie e sul recupero di aiuti di Stato.

Tagli alla spesa semi-lineari

L’altro pilastro della quadratura dei conti è nel taglio alle missioni e ai programmi di spesa dei ministeri (dai beni e servizi al riaccertamento residui). Al momento l’intervento non è cifrato, ma secondo le ultime ipotesi tecniche si aggirerebbe attorno ai 600 milioni con una componente “semi-lineare” di circa 400 milioni.

Tax expenditures e Rai

Almeno 20 milioni (ma anche di più) dovrebbe arrivare da un primo assaggino di riduzione di alcuni crediti d’imposta previsti dalla legge di stabilità 2015, collegabili all’imposizione dei redditi di società per la quota di utili degli enti non commerciali, e dalla legge di Bilancio 2017 sul versante turismo per la riqualificazione delle strutture ricettive. La bozza del decreto lascia nelle casse dell’Erario l’extragettito accertato del canone Rai 2016.

Regioni e ospedali

Tra altri interventi con possibili ricadute sui conti pubblico quello, già concordato con le Regioni, per l’introduzione dei «fabbisogni standard» anche nei tagli alle Regioni e per monitorare attraverso il sistema della fattura elettronica le spese farmaceutiche degli ospedali.

Sgravi-produttività

Accanto alla correzione, come annunciato dal governo, il decreto propone un pacchetto sviluppo in cui sono previste novità (anticipate sul Sole 24 Ore di ieri) sul fronte premi di produttività, con l’obiettivo di incentivare la contrattazione di secondo livello legata a incrementi di redditività e competitività, anche nelle Pmi, che fanno partecipazione. I “premi” avranno un tetto unico a 3mila euro (viene cancellata la possibilità di salire a 4mila euro in caso di costituzione di comitati paritetici). Per il lavoratore resta la tassazione di favore al 10%. Ma al tempo stesso si introduce una forma di sgravio anche per le aziende che coinvolgono pariteticamente i dipendenti nell’organizzazione del lavoro. Per queste imprese (l’obiettivo è intercettare quelle più piccole), scatterà uno “sconto” fino ai primi 800 euro di premio erogato ai lavoratori: l’incentivo consisterà in una riduzione di 20 punti dell’aliquota contributiva (a carico del datore).

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