Fisco e contabilità

Ritardi a catena sull’avvio della contabilità economica

Quali sono stati i principali problemi applicativi della contabilità economico-patrimoniale, che hanno reso necessaria la richiesta di proroga del termine per l’approvazione dei relativi documenti per il 2016?
Con un emendamento al Dl 50/2017 promesso dal Governo, sarà infatti disciplinato il rinvio di tre mesi (31 luglio) per l’approvazione dello stato patrimoniale e del conto economico di Comuni e Province, lasciando invece inalterato il termine del 30 aprile per il rendiconto. La richiesta, che ora interessa solo gli enti sopra i 5mila abitanti al primo anno di applicazione, fa temere per lo scenario del prossimo rendiconto, quando la questione coinvolgerà anche gli enti più piccoli e quindi con difficoltà amplificate.

Le criticità
Nella lista dei problemi, al primo posto si trova l’aver trascurato e sottovalutato l’impatto, sia di tipo organizzativo-gestionale sia formativo-professionale, della contabilità economico-patrimoniale, da sempre considerata la “sorella” meno importante (con funzione conoscitiva), rispetto alla contabilità finanziaria (con funzione autorizzatoria), con la conseguenza che non si è quindi dato il giusto peso alle novità del Dlgs 118/2011. Ha nuociuto anche l’illusione di poter risolvere la questione solo con rapidi automatismi. L’adozione di questa contabilità necessita invece di uno studio adeguato, al quale dedicare risorse in termini di tempo e disponibilità. La formazione è l’unico strumento che consente di superare gli ostacoli.
A livello pratico, occorre che nel corso dell’esercizio siano rilevati i fatti economici e patrimoniali, come “misurati” dalle operazioni finanziarie; per questo è necessario far funzionare la matrice di correlazione che evidenzia le relazioni tra le voci del piano finanziario e quelle del piano economico e di quello patrimoniale. Solo il corretto funzionamento della matrice consente di evitare di trovarsi nella condizione di dover “rimediare” con la costruzione di un bilancio finale (conto economico e stato patrimoniale), senza il supporto delle scritture in partita doppia con registrazioni in dare e in avere.
La matrice avrebbe dovuto funzionare dal 1° gennaio 2016; gli eventuali ritardi delle società di software, spesso lamentati dagli enti, vanno inclusi fra le cause della situazione attuale.

Gli adempimenti degli enti
Al termine delle chiusure della contabilità finanziaria, gli enti devono effettuare le operazioni di assestamento (ammortamenti, ratei e risconti, eccetera) in autonomia rispetto alle registrazioni in contabilità finanziaria. Senza di esse non si possono ottenere i documenti finali.
A monte, già subito dopo l’approvazione del conto del patrimonio dello scorso esercizio, avrebbe dovuto essere effettuata la codifica dell’inventario secondo il livello patrimoniale del piano dei conti integrato. Difficoltà, lacune e ritardi in materia di inventari amplificano i problemi della contabilità economico-patrimoniale.
Come attività straordinaria, il primo anno occorre elaborare lo stato patrimoniale di apertura riferito al 1° gennaio 2016, ottenuto riclassificando il conto del patrimonio e applicando i criteri di valutazione dell’attivo e del passivo previsti dal principio della contabilità economico patrimoniale, e la tabella di raccordo con il documento al 31 dicembre 2015.
Senza la situazione economico-patrimoniale, da ultimo, l’ente locale non può redigere il bilancio consolidato, il cui termine è fissato per il 30 settembre.

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