Fisco e contabilità

Mano leggera di Bruxelles sulla manovra 2018, riduzione del deficit «solo» dello 0,6%

La Commissione europea sta finalizzando le annuali raccomandazioni-paese, attese la settimana prossima. In una riunione preparatoria, il collegio dei commissari ha trovato ieri un compromesso relativo alle politiche di bilancio per il 2018. Consapevole delle difficoltà di alcuni paesi nel risanare i conti pubblici secondo le linee-guida del Patto di Stabilità e di Crescita, Bruxelles ha deciso nei fatti di usare la mano leggera, annacquando richieste di manovre troppo impegnative.

La discussione
Riuniti a Strasburgo, i commissari hanno discusso animatamente del pacchetto di decisioni che dovrebbe essere pubblicato lunedì. Tra queste alcune riguardano in particolare l’Italia, oggetto di due rapporti, sull’evoluzione del debito pubblico e sull’andamento degli squilibri macroeconomici. Nei due casi, il paese è a rischio di sanzione, ma secondo le informazioni raccolte in questi giorni, l’Italia dovrebbe farla franca, grazie anche alla manovra di 0,2% del prodotto interno lordo effettuata in aprile.
«Non vi sarà procedura per debito eccessivo contro l’Italia», confermava ieri un esponente comunitario. Più interessanti sono le raccomandazioni-paese che la Commissione europea pubblicherà sempre la settimana prossima. Una di queste riguarda per ogni paese la politica di bilancio. Secondo le linee-guida del Patto di Stabilità e di Crescita pubblicate nel gennaio del 2015, l’Italia dovrebbe ridurre il deficit strutturale dello 0,6% del Pil nel 2018.

Le richieste «mediterranee»
Qualche giorno fa quattro paesi – Italia, Francia, Portogallo e Spagna - avevano inviato alla Commissione europea una lettera con la quale chiedevano un aggiustamento della matrice che viene utilizzata per calcolare l’aggiustamento di bilancio, a seconda del livello del debito, dell’ammontare del deficit e dell’andamento dell’economia. La richiesta ha suscitato interesse qui a Bruxelles, ma anche un accesissimo dibattito nella Commissione.
Il collegio dei commissari ha discusso di una modifica della matrice che riduca la richiesta di aggiustamento di bilancio per i paesi con un deficit inferiore al 3,0% del Pil (l’Italia: dallo 0,6 allo 0,3% del Pil). Oggetto di critiche nella matrice è soprattutto il calcolo dell’output gap, vale a dire la differenza tra crescita potenziale e crescita effettiva. I commissari sono giunti alla conclusione che modificare unilateralmente una matrice fatta propria anche dai ministri delle Finanze sarebbe stato controverso.
Peraltro, mentre quattro paesi del Sud Europa hanno chiesto nei fatti un allentamento delle regole di bilancio, nove altri paesi europei hanno scritto a Bruxelles per chiedere una applicazione più rigorosa delle norme sul risanamento del debito. Stretto tra opposte richieste e preoccupato all’idea di cambiare una matrice fatta propria dai ministri delle Finanze, la Commissione ha finalmente scelto la via del compromesso, secondo le informazioni trapelate dopo la riunione di ieri.

Le raccomandazioni
La raccomandazione-paese relativa al bilancio italiano non dovrebbe contenere richieste cifrate di risanamento per il 2018, ma il cappello introduttivo del documento potrebbe contenere menzione di un taglio del deficit strutturale dello 0,6% del Pil, così come previsto dalle linee-guida del Patto di Stabilità e di Crescita. La raccomandazione stessa dovrebbe elencare i fattori attenuanti, tali da giustificare un risanamento meno impegnativo del previsto.
«L’obiettivo è di trovare un equilibrio tra sostenibilità delle finanze pubbliche e crescita dell’economia», spiegava ieri l’esponente comunitario. A mezza voce qui a Bruxelles si sostiene che la scelta di rivedere al ribasso le richieste di risanamento è dovuta all’Italia, alle prese con impegni di bilancio gravosi. Ciò detto, la partita in vista della Finanziaria per il 2018 è solo rinviata. Se Roma ha ottenuto maggiore flessibilità, Bruxelles ha tenuto per sé gli strumenti per imporre nel caso maggiore rigore.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©