Fisco e contabilità

Spesa in conto capitale ancora in flessione (-18%)

Ancora nessun segnale di ripresa per i nuovi investimenti pubblici. Anche nel primo quadrimestre 2017 si registra infatti un forte calo, pari al 18,1%, degli importi messi in gara rispetto al 2016. Ancora una volta, come è stato da un anno a questa parte, sono gli enti territoriali a registrare la frenata più forte, con una perdita complessiva di 1,4 miliardi, passando da 5,5 a 4,1 miliardi di lavori messi in gara. In particolare, i comuni registrano un -16,7%, le regioni un -52,9%, le aziende speciali partecipate un -56,5 per cento. Anche le amministrazioni centrali registrano un crollo del 59.7% ma in valori assoluti pesa pochissimo, 160 milioni circa. Male anche l’Anas, con una riduzione del 58,7% mentre forti crescite fanno registrare le ferrovie (+114%) e le concessionarie autostradali (+180%).
I dati arrivano dlal’Osservatorio sui bandi di gara Cresme-Sole 24 Ore. A determinare la nuova contrazione del 1° quadrimestre è soprattutto il dato di aprile che vale da solo -26,4%. A spiegare parzialmente questo dato è il fatto che aprile 2016, mese in cui è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti, le amministrazioni pubbliche di ogni ordine e grado fecero una corsa per bandire vecchi progetti che non avrebbero più potuto bandire dal 19 aprile, giorno di entrata i vigore del codice. Nell’aprile 2016 furono infatti bandite gare per 2,7 miliardi contro i due miliardi scarsi dello scorso mese.

L’analsi della caduta
Tuttavia, a chiarire come la caduta partita a maggio dello scorso anno non si sia ancora arrestata, c’è il dato cumulato dei valori degli ultimi quattro quadrimestri: 2.708 milioni a gennaio-aprile 2016, 6.677 milioni a maggio-agosto 2016, 5.987 milioni a settembre-dicembre 2016 e solo 5.381 milioni nel primo quadrimestre 2017. Il più basso dato quadrimestrale da 16 mesi. La caduta riguarda soprattutto le grandi opere di importo superiore ai 50 milioni (-25%) ma anche tutte le altre fasce di importo. In termini territoriali, è andata male soprattutto a Molise (-61,2%), Sardegna (-47,7%) e Basilicata (-22,2%) mentre in contro tendenza sono le tre regioni a statuto speciale del nord, Val d’Aosta (+60,6%), Trentino Alto Adige (+54,2%) e Friuli Venezia Giulia (+40,5%), con l’Emilia Romagna (+22,3%).

Gli effetti del correttivo al codice appalti
Bisognerà attendere gli effetti del correttivo al codice appalti appena varato dal governo per capire se si riuscirà a invertire la rotta. Può darsi infatti che le amministrazioni abbiano aspettato il nuovo codice per pubblicare. Certo è che questi rallentamenti non sono in linea neanche con le politiche del governo che punta prioritariamente a rilanciare gli investimenti per sostenere la crescita.
Un dato fortemente positivo è, invece, quello che riguarda le progettazioni messe in gara. L'Osservatorio bandi dell’Oice (società di ingegneria) evidenzia come un anno di codice appalti ha portato una crescita del 65,8% per i valori messi in gara, con un nuovo boom ad aprile (+84,2%). Un dato che il governo può certamente rivendicare in termini sia di rilancio della progettazione che di emersione di un mercato in passato molto opaco. Qui le note dolenti riguardano semmai i ribassi nelle aggiudicazioni che restano stellari: si è passati dal 30% medio del 2014, al 39,9% del 2015, al 41% del 2016.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©