Fisco e contabilità

Effetto cuneo, cala l’Irap del 24% - Ipotesi tassa unica sulle imprese

Il taglio del costo del lavoro dall’imponibile Irap continua a farsi sentire. Nei primi cinque mesi del 2017 il taglio del cuneo fiscale introdotto con la legge di stabilità 2015 ha ridotto il carico del tributo regionale su imprese e professionisti del 24,14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A fine maggio l’Irap versata dai privati è stata pari a 798 milioni di euro contro il miliardo e poco più pagata a maggio dello scorso anno. Il calo dell’imposta più contestata dalle imprese, da autonomi e da professionisti, soprattutto per quanti di questi non hanno un’autonoma organizzazione, è ancora più marcata se si guarda all’andamento dei modelli di pagamento F24 di maggio. Come si legge dal bollettino pubblicato sul sito delle Finanze, nel confronto con il 2016 il dettaglio dei tributi territoriali nel periodo gennaio-maggio, registra un decremento dell’Irap versata dai privati di 269 milioni di euro che corrisponde al 28,8% di imposta regionale in meno.
Un dato che per le imprese rappresenta un primo passo che dovrà portare però, in termini soprattutto di compettività del sistema produttivo, a un ulteriore allegerimento del cuneo fiscale. E secondo il viceministro all’Economia, Luigi Casero, si può fare ancora molto: «i dati dimostrano in modo concreto come l’eliminazione della componente lavoro dall’Irap stia dando i primi frutti». Ma nel medio periodo, aggiunge Casero, «restando nell’ambito delle compatibilità del bilancio pubblico, e in un’ottica di reale semplificazione del sistema fiscale, bisognerà andare a rivedere inegralmente l’Irap arrivando a un unica tassazione sul reddito delle imprese».A guardare alla componente lavoro è lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che all’assemblea annuale dell’Ania guardando con «fiducia» alle possibilità «forti» di creare lavoro, ha ribadito che «la priorità del Paese è il lavoro,quello dei giovani in particolare».

L’andamento delle entrate
Per tornare all’andamento delle entrate erariali dei primi cinque mesi il Mef segnala che sono in crescita dell’1,9%, con l’Irpef che cresce di 149 milioni (+1,6%) per effetto elle ritenute da lavoro dipendente. Aumento a due cifre, invece, della percentuale legata ai versamenti Ires: nel periodo gennaio-maggio le imprese hanno versato 211 milioni in più pari al + 16,3% rispetto allo stesso perido dell’anno precedente.

Le entrate di maggio confermano la curva negativa dello split payment, anche se rilanciato e ampliato con la manovra correttiva e le cui nuove regole sono in vigore dallo scorso 1° luglio. Come si legge nel bollettino sul fronte dell’Iva dei 46,7 miliardi incassati (quasi 2 miliardi in più rispetto al 2016 e +4,3%), oltre 41 miliardi (+892 milioni di euro, pari a +2,2%) derivano dalla componente relativa agli scambi interni. Di questi «4,078 miliardi (–144 milioni di euro, pari a –3,4%) arrivano dai versamenti delle Pa a titolo di split payment». Ennesima flessione che il Dipartimento delle Finanze giustidfica con l’andamento delle spese della pubblica amministrazione e dei relativi pagamenti verso i fornitori. Inoltre con il decreto fiscale di fine anno (Dl 193/2016) - ricorda la nota tecnica del Mef - sono stati introdotti meccanismi di compliance «fondati su una più efficiente e tempestiva trasmissione delle informazioni sulle cessioni e sugli acquisti da parte dei contribuenti, che potrebbero aver prodotto effetti positivi sul gettito». Le già poco amate comunicazioni Iva.

Inversione di rotta, invece, per l’imposta sostiututiva su interessi e redditi di capitale che torna a crescere dell’1,7% con 55 milioni in più incassati. Nei mesi precedenti il tasso di variazione del periodo segnava un -3,7% (-102 milioni).

Flessione in negativo, comunque quasi imprecettibile (5 milioni), per le entrate da giochi. Sull’andamento del comparto, che aveva registrato flessioni più consistenti nei primi due mesi dell’anno, hanno influito negativamente le entrate del lotto che mostrano un andamento al ribasso. Contrariamente alle apparenze è in flessione anche il gettito degli apparecchi da intrattenimento più conosciuti come new slot e videolottery. Su quest’ultimo fronte andrà verificato sul campo come influirà il taglio delle slot anticipato dal Governo con la manovra correttiva.

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