Fisco e contabilità

Riscossione, notifiche «libere» dal 10 settembre

Dal prossimo 10 settembre le agenzie private potranno effettuare le notifiche a mezzo posta degli atti giudiziari e delle multe stradali. Lo stabilisce la legge “annuale” sulla concorrenza”, approvata definitivamente dal Senato il 2 agosto.

Nel dettaglio, il provvedimento (articolo 1, commi 57 e 58) elimina, dal 10 settembre 2017, il monopolio di Poste italiane Spa dei servizi inerenti le notifiche e comunicazioni di atti giudiziari (legge 890/1982) e delle violazioni del Codice della strada, introducendo nel Dlgs 261/1999 le disposizioni di coordinamento.

La nuova norma si pone nell’ottica di un progressivo restringimento della riserva dei servizi postali al fornitore universale, prevedendo dal 10 settembre la piena equiparazione di tutti i fornitori dei servizi postali. In sostanza, da settembre le agenzie private potranno notificare anche gli atti giudiziari e le violazioni al Codice della strada. Non solo.

La nuova norma elimina i dubbi interpretativi sorti sulla notifica degli avvisi tributari, essendosi diffusa l’opinione che anche la nuova versione dell’articolo 4 del Dlgs 261/99, in vigore dal 30 aprile 2011, non consenta alle agenzie private di effettuare la raccomandata degli avvisi di accertamento e in genere di atti tributari, poiché riservate a Poste Italiane.

Sul punto la giurisprudenza è apparsa piuttosto oscillante: da una parte si è sostenuto che le poste private sono autorizzate alla notifica di atti amministrativi, compresi gli accertamenti Ici (Ctr Campania n. 4417/2015); dall’altra parte è stata invece ritenuta inesistente la notifica degli avvisi di accertamento effettuata con corriere privato (Ctr Foggia n. 2463/2016).

Ora l’eliminazione dell’articolo 4 del Dlgs 261/99 apre al mercato dal 10 settembre 2017 il servizio di notifica a mezzo posta degli atti giudiziari e delle violazioni del codice della strada. Viene inoltre legittimata la notifica degli avvisi di accertamento a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, consentendo così ai Comuni di conseguire anche notevoli risparmi.

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