Fisco e contabilità

Dall’armonizzazione al debito, le cinque richieste chiave dei sindaci sulla manovra

di Gianni Trovati

I sindaci torneranno alla carica oggi con le richieste di correttivi alla legge di bilancio. Sul tema una ricca delegazione dell'Anci, guidata dal presidente Antonio Decaro (sindaco di Bari) con i vice Enzo Bianco e Roberto Pella (Valdengo), sarà accolta in audizione nel primo pomeriggio dalle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, e depositerà il pacchetto di emendamenti già annunciato nei giorni scorsi per lettera al premier Paolo Gentiloni. Un pacchetto articolato in cinque capitoli principali.

Fondo crediti e standard
Al centro della discussione restano ancora una volta i due snodi cruciali dell'armonizzazione: il fondo crediti di dubbia esigibilità, che già oggi blocca oltre tre miliardi di euro e il prossimo anno dovrebbe crescere dal 70 all'85% delle mancate riscossioni degli ultimi anni, e il peso dell'accoppiata capacità fiscali-costi standard, che nel 2018 dovrebbe governare più di un miliardo di euro passando dal 40 al 55% del fondo di solidarietà al netto dei rimborsi Imu-Tasi. I sindaci chiedono di fermare entrambe le progressioni, ma le partite sono diverse: sul Fondo crediti sembra possibile un rallentamento, allungando fino al 2021 il calendario destinato a portarlo al 100% delle mancate riscossioni, mentre per ora sui parametri standard il governo pare intenzionato a resistere. Alcuni emendamenti su questi punti, in realtà, sono stati già presentati dalla maggioranza (prima firma Giorgio Santini, del Pd) al decreto fiscale, che corre in parallelo alla manovra in Senato. Uno chiede di confermare anche nel 2018 il parametro del 70%, e l'altro di calcolare al numeratore anche le riscossioni in conto residui. Il confronto di merito, però, deve ancora partire, e non sembra questo al momento l'esito finale su cui si può trovare un'intesa.

Ristrutturazione del debito
Fra le proposte di correttivo presentate al decreto fiscale ha poi trovato spazio un'altra richiesta forte delle amministrazioni: la possibilità di ristrutturare il debito per abbassarne la spesa per interessi come già concesso tre anni fa alle Regioni.

Fondi alle Città
Resta caldo, poi, il tema delle Città metropolitane, come mostra anche la composizione della delegazione attesa oggi a Palazzo Madama che comprende anche i sindaci di Milano, Torino e Napoli, oltre all'assessore al Bilancio del Comune di Roma. Gli 82 milioni di euro aggiuntivi già previsti in manovra evidentemente non soddisfano gli amministratori locali, che tornano a chiedere la chiusura della «fase di emergenza finanziaria» delle Città.

Piccoli Comuni
Rimane poi da sciogliere la questione delle gestioni associate nei Comuni fino a 5mila abitanti. La tradizione spinge ancora una volta verso l'ennesima proroga dell'obbligo di “alleanze”, che senza interventi entrerebbe in vigore dal 1° gennaio, ma quest'anno c'è una complicazione in più. Le prospettive incerte della maggioranza fanno parlare di uno scioglimento delle Camere poco prima di Natale, appena approvata la manovra, facendo perdere il consueto appuntamento con il Milleproroghe. Una prospettiva, questa, che imporrebbe di far imbarcare sul decreto fiscale il lungo elenco delle misure in attesa di un nuovo rinvio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©