Fisco e contabilità

Il Campidoglio taglia gli investimenti - Ok al bilancio di previsione 2018-2020

Nel giorno della seconda riunione del tavolo per Roma, la giunta di Virginia Raggi illustra il bilancio previsionale 2018-2020 da 10,8 miliardi appena approvato. Se là c’è la speranza di risorse fresche per rilanciare la città, qui - nel documento contabile - c’è la fotografia della penuria. Un dato su tutti: gli investimenti nel triennio calano da 578 milioni a 557, ma è sul singolo anno che si vede la differenza. Le spese in conto capitale si riducono nel 2018 del 27,8% rispetto a quest’anno, a quota 401 milioni. A fronte di un aumento, seppur lieve, delle spese correnti pari a 9,3 milioni per un totale di 4,7 miliardi.

Entrate e tariffone
Diminuiscono al tempo stesso di 27 milioni le entrate correnti, pari a 4,6 miliardi. Colpa di minori trasferimenti per 8,4 milioni e del lavoro di “pulizia” sulle sanzioni, in particolare sulle multe: lo smaltimento dell’accertamento dei verbali arretrati per il 2015 e il 2016 ha prodotto oltre 62 milioni di euro di minori entrate. Per compensare in parte aumenteranno però le altre entrate, tasse incluse: tributi per 350mila euro, fondi perequativi per 16 milioni e introiti da gestione dei beni per 12,6 milioni. Immutate le tariffe principali (mense, rette asili nido), nel cosiddetto “tariffone” che accompagna la manovra debuttano nuove tariffe: quella per la fruizione degli spazi limitrofi al CampidoglioIl resto deriva da risparmi: 5 milioni in meno di interessi passivi e 29 milioni di minori spese.

La sindaca Virginia Raggi elogia il metodo («Per la prima volta abbiamo prima fissato gli obiettivi, confluiti nel Dup e poi stanziato le risorse in base alle priorità indicate») e i tempi, confidando nell’approvazione «entro le scadenze di legge». Poche, però, le novità concrete da sbandierare: 36 milioni in più per i servizi sociali nei territori (su 271 milioni di spese correnti totali per i municipi), 30 milioni stanziati per la manutenzione di strade e scuole.

Dal canto suo l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti ha ammesso che «la spesa corrente risulta ingessata dai contratti di servizio e dal rispetto dei vincoli di finanza pubblica, che ci impongono di impiegare solo le risorse di cui abbiamo certezza e che siamo sicuri di poter spendere». L’operazione verità sulle entrate ha fatto stringere ancora i cordoni della borsa del Comune. Ma potrebbe rassicurare i revisori Oref, che l’anno scorso bocciarono la prima versione del previsionale 2018 per i rilievi sulla mancata puntuale verifica delle entrate e che dovranno esprimere il loro parere entro 20 giorni anche sul Dup.
Certo è che a dicembre giunta e assemblea capitolina dovranno affrontare anche il capitolo spinoso dei debiti fuori bilancio: una massa di 140 milioni. Più che probabile una nuova maratona per riconoscerli e non perdere gli spazi di finanza concessi per 36 milioni dalla Regione e per 116 dal Mef.

Il tavolo per Roma
Al bilancio in tono minore, con investimenti non paragonabili a quelli di Londra e Parigi, fa da contraltare il lavoro del tavolo per Roma, ripreso dopo il vertice del 17 ottobre. Al Mise sono andate in scena due riunioni: la prima politica, presenti il ministro Carlo Calenda, la sindaca Raggi, il governatore Nicola Zingaretti, la ministra Beatrice Lorenzin e i sindacati; la seconda tutta dedicata alle aziende.
Iillustrati i primi 19 dossier dei 30 totali : le risorse individuate per il 2018-2022 ammontano a 1,6 miliardi, di cui 420 milioni mancano all’appello. Si va da azioni per favorire l’accesso al credito delle Pmi al turismo (qui rientra il progetto pilota per i Fori e Ostia nell’ambito del protocollo Mise-Mibact per la valorizzazione “digitale” di dieci aree archeologiche), dall’hub sciende della vita a quello dell’aerospazio.
Il Campidoglio sta alla finestra: molto graditi alcuni progetti, come il commercio e quello denominato “retention grandi imprese”. Sui trasporti (capitolo nel quale rientrano l’acquisto di 520 nuovi autobus e i nodi di scambio) il Comune chiede invece approfondimenti sulle fonti di finanziamento. Le coperture confermate, al momento, sono di 18 milioni dal Mit, 54 milioni dalla Regione e 9 milioni comunali. Pochi rispetto al totale di 242 milioni di fabbisogno stimato.

Proprio i trasporti e le infrastrutture sono indicati in cima alla classifica delle principali criticità stilata dalle prime 100 aziende romane per fatturato e dipendenti. Lo ha rilevato una survey condotta dal Mise con Unindustria e Ice, illustrata alla seconda riunione. Soddisfatto il presidente di Unindustria, presente a entrambi i tavoli, soprattutto per i progetti degli hub scienze della vita, aerospazio e sport. Ma l’associazione stigmatizza l’assenza di interventi sul ciclo dei rifiuti,, convinta che la città ne avrebbe profondamente bisogno. È stato questo anche il “grido” della segretaria Cgil Susanna Camusso. Calenda ha frenato: le competenze sono del ministero dell’Ambiente.

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