Fisco e contabilità

Nuova sospensione dei mutui per Città metropolitane e Province: Abi e Governo rinnovano l'accordo

di Dario Tedesco

Anche quest'anno, Abi e Presidenza del Consiglio dei ministri–Dipartimento per gli affari regionali, le autonomie e lo sport hanno sottoscritto un addendum, che estende al 2017, l'operatività prevista dall'Accordo quadro, sancito l'8 aprile 2015, poi prorogato all'anno successivo, con l'Addendum 2016 (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 4 agosto 2016). L’accordo ha definito le linee guida, che nel 2015 hanno consentito di dare piena attuazione alla disposizione contenuta nella legge di stabilità 2015, sulla sospensione delle rate dei mutui concessi a Province e Città metropolitane.

Quadro normativo
La nuova fattispecie, che riguarda la sospensione delle rate di mutuo in scadenza nel 2015, introdotta dal comma 430, dell'articolo 1, della legge 23 dicembre 2014 n. 190, con riferimento a determinate categorie di mutui concessi da Cassa depositi e prestiti (i mutui non trasferiti al ministero dell'Economie e delle Finanze, in attuazione dell'articolo 5, commi 1 e 3, del Dl 30 settembre 2003 n. 269 convertito dalla legge 24 novembre 2003 n. 326), è stata poi estesa alle banche, in seguito alla pubblicazione della circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri n. 1/2015. L'articolo 1, comma 759, della legge 28 dicembre 2015 n. 208 (legge di bilancio 2016) modificando l’articolo 1, comma 430, ne ha esteso gli effetti al 2016, introducendo la facoltà di utilizzo degli eventuali risparmi di rata, senza vincolo di destinazione e la possibilità di adesione, anche per gli enti in esercizio provvisorio, prevedendo l'obbligo di iscrizione degli effetti nel bilancio di previsione. L'articolo 1, comma 442, della legge 11 dicembre 2016 n. 232 (legge di bilancio 2017), ha poi modificato nuovamente l'articolo 1, comma 430, prevedendo la possibilità di rinegoziare le rate di mutuo in scadenza nel 2017. Le norme sono state recepite (con alcune differenze rispetto al sistema bancario) anche da Cassa depositi e prestiti, che ha previsto e portato a termine un vasto programma di rinegoziazioni nel corso del triennio 2015-2017.

Scenario attuale
Con la riforma Delrio (legge 7 aprile 2014 n. 56) sono stati istituiti i nuovi enti di area vasta, rappresentati dalle Città metropolitane e dai nuovi enti provinciali, per i quali è stata prevista una riarticolazione delle funzioni e un riassetto organizzativo, economico, finanziario e patrimoniale. A fronte di tali riassetti, non ha fatto seguito una sufficiente dotazione di risorse, che ha determinato squilibri finanziari e squilibri strutturali di bilancio che hanno tra l'altro, comportato il blocco o il rallentamento delle attività di investimento in settori chiave per lo sviluppo territoriale, come la viabilità e il trasporto pubblico locale.

Finalità della disposizione
Per fronteggiare le criticità finanziarie (carenza di fondi eccetera) prospettate sono stati introdotti una serie di interventi tesi a mitigare gli effetti negativi sugli equilibri finanziari e di bilancio, almeno in via temporanea, in vista dell'attesa riforma costituzionale. L'operazione in esame consente di effettuare una gestione attiva del debito, migliorando la programmazione finanziaria e di bilancio. In particolare, la sospensione delle rate di mutuo consente di raggiungere:
• un obiettivo economico-finanziario di breve periodo, rappresentato dalla riduzione della tensione finanziaria, venutasi a creare con la nascita dei nuovi enti di area vasta, grazie alla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate scadenti il 31 dicembre 2017 (per i mutui di Cdp, quota capitale dell'intera annualità);
• un obiettivo economico-finanziario di lungo termine, rappresentato, in prima battuta, dalla ristrutturazione del debito, grazie all'allungamento del piano di ammortamento e al risparmio, in termini relativi, degli oneri finanziari, rispetto ai debiti precedentemente contratti, nei casi di rinegoziazione delle condizioni, che consente di beneficiare del basso costo del denaro che caratterizza lo scenario attuale dei mercati finanziari, determinato dalla politica monetaria espansiva perseguita dalla Bce;
• un effetto positivo sul bilancio, rappresentato dalla circostanza che il citato differimento della quota capitale delle rate di mutuo, consente di liberare risorse per nuove spese, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.
Da un punto di vista sostanziale, la sospensione, comportando un allungamento del piano di ammortamento, si traduce in un aumento dell'onerosità del prestito, a carico dell'ente e in un appesantimento degli effetti finanziari sulle ultime rate.

Aspetti economico-finanziari dell'operazione
Lo schema dell'addendum 2017 è analogo a quello dell'accordo siglato nel 2015, che si sostanzia nella sospensione del pagamento della quota capitale e della quota interessi delle rate di mutuo scadenti nel corrente anno. Da un punto di vista pratico, l'Accordo è applicabile alle sole rate di mutuo scadenti il 31 dicembre di quest'anno (sospensione di sei mesi). La quota interessi potrà essere pagata regolarmente il 31/12/2017 o su richiesta dell'ente, il 31/01/2018. Con riferimento alla quota capitale sospesa, la rimodulazione del piano di ammortamento si traduce nel ricalcolo di esso, con riferimento al debito residuo, mediante un allungamento dello stesso, di durata pari al periodo di sospensione della rata, purché non superiore al limite di 30 anni.

Modalità di accesso alle previsioni dell'accordo
Gli enti che intendono aderire dovranno presentare un'apposita istanza (completa dell'elenco dei mutui e della determinazione a contrarre, riportante gli estremi della delibera consiliare) alle banche aderenti all'accordo, che svolgeranno apposite istruttorie. Risulta importante sottolineare che, all'atto della sottoscrizione del contratto di sospensione, l'ente dovrà trasmettere le nuove delegazioni di pagamento, debitamente firmate e notificate al tesoriere.

Il documento

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