Fisco e contabilità

Nei piccoli Comuni contabilità economica con l’incognita del calendario

Incassato il mese scorso il solito rinvio (al 31 marzo) sui bilanci preventivi, la tradizionale battaglia sulle proroghe si sposta ora sulla contabilità economico-patrimoniale che dovrebbe debuttare in tutti i Comuni entro il 30 aprile. L’appuntamento è noto da anni, ma ogni giorno ha la sua pena e negli uffici degli oltre 5.500 piccoli municipi la corsa è scattata da poco: con il timore, sollevato da molti ragionieri, che le software house non siano in grado di fornire in tempo utile gli strumenti.

Per un rinvio, però, servirebbe un decreto, e per il decreto sarebbe utile un governo con i pieni poteri. Il provvedimento potrebbe essere assunto anche dal governo Gentiloni, ma poi servirebbe un Parlamento stabilizzato in grado di convertirlo. Le incognite, insomma, sono tante, e per superarle gli amministratori hanno ingaggiato anche una battaglia interpretativa sulla norma di riferimento, scritta come spesso accade con linguaggio scivoloso.

I Comuni fino a 5mila abitanti, spiega l’articolo 232, comma 2 del decreto legislativo 267/2000 (introdotto nel 2011 con il Dlgs 118) «possono non tenere la contabilità economico-patrimoniale fino all’esercizio 2017», cioè quello al centro dei rendiconti da approvare entro fine aprile. Ma l’esercizio 2017 è compreso o escluso? Gli amministratori premono per questa seconda lettura, che rimanderebbe di un anno il problema, ma Arconet in passato ha sostenuto che l’interpretazione corretta è la prima, e difficilmente potrà cambiare rotta. Riassunto: il problema è urgente. La soluzione, al momento, incerta.

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