Fisco e contabilità

Fattura elettronica senza sanzioni per i primi sei mesi

Una moratoria di sei mesi sulle sanzioni per la fattura elettronica estesa a tutti. Nel cantiere della conversione del decreto estivo non ci sono soltanto le misure relative al lavoro (si veda la pagina a lato) ma potrebbe confluire un ulteriore pacchetto di modifiche destinate a rafforzare le semplificazioni fiscali. In particolar modo con un intervento sull’e-fattura. L’ipotesi allo studio - e su cui potrebbe convergere un consenso bipartisan - è la non applicazione delle sanzioni per i sei mesi iniziali: un modo per consentire un avvio più soft dell’obbligo generalizzato di e-fattura tra privati, partendo per ora dai soggetti già interessati come i subappalti della Pa e l’intera filiera dei carburanti (visto che ad ora sono stati “risparmiati” solo i distributori stradali e autostradali) per i quali l’obbligo è scattato dallo scorso 1° luglio. Uno schema d’azione che poi potrebbe essere replicato più avanti, magari in legge di Bilancio, anche al debutto dell’obbligo dal 2019. Del resto, in questo senso si muovono già due dei sette emendamenti presentati dalle opposizioni in commissione Finanze al Senato (che dovrebbe esaminarli già oggi) alla conversione al decreto legge (79/2018) sulla proroga del debutto della fatturazione elettronica per i distributori di carburanti. Ma la sterilizzazione delle sanzione potrebbe passare dalla conversione del decreto estivo (Dl 87/2018) con le misure su contratti a termine e redditometro e non dal decreto e-fattura.

Intanto per la presidente della commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco del M5S, la semplificazione dell’e-fattura ha rappresentato una priorità fin dal suo insediamento. «Cerchiamo di impegnarci perché funzioni tutto. Ascolteremo le categorie interessate per capire quali saranno gli interventi necessari». Già «abbiamo avviato un fitto dialogo con Sogei e avuto un riscontro dell'App». L’obiettivo è quello di «seguire tutto l’iter» e si pensa anche a lanciare dei videotutorial . Anche su un’ipotesi di sospensione delle sanzioni per chi è già obbligato all’e-fattura in una primissima fase Ruocco ribadisce la priorità del metodo dell’ascolto: «Potrebbe essere una richiesta che faremo al Governo in sede emendativa una volta sentiti gli operatori». E in un’ottica po’ più ampia Ruocco ritiene che al debutto dell’e-fattura «dovrà accompagnarsi un alleggerimento degli adempimenti tributari».

Attenzione, quindi, alle categorie interessate dalle quali è già forte il pressing per richieste di intervento. I commercialisti, ad esempio, hanno messo nero su bianco le loro proposte da indirizzare a Governo e Parlamento. «Chiediamo una gradualità dell’entrata in vigore dell’obbligo in funzione del numero dei dipendenti - spiega Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) - e la previsione di una serie di premialità» in grado di garantire così un incentivo soprattutto per i soggetti di minori dimensione e anticiparne l’ingresso nella fatturazione digitale. E Miani pensa anche a una sorta di visto di conformità rafforzato che commercialisti e altri intermediari abilitati potrebbero apporre su dichiarazioni dei redditi, Iva e Irap per garantire la corrispondenza tra gli importi finanziari di fatture emesse e ricevute (almeno in relazione a quelle con base imponibile non inferiore a 500 euro) e quelle che sono le “manifestazioni” collegate in termini finanziari.

Da Rete Imprese Italia arriva, invece, l’invito (formalizzato in una lettera al direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini) a prevedere a regime (e non solo in una fase di prima applicazione delle nuove norme) la non sanzionabilità dei lievi ritardi nell’invio della fattura elettronica al Sistema di interscambio (Sdi) quando non incide sulla corretta liquidazione dell’imposta dovuta.

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