Fisco e contabilità

Revisori, arriva la quarta fascia e l’«aiuto» ai debuttanti - Parte la riforma delle Province

di Gianni Trovati

Quarta fascia riservata ai revisori di Comuni con più di 50mila abitanti, Città metropolitane e Province. Correttivi all’algoritmo per dare qualche chance in più ai professionisti finora ignorati dalla sorte. E raddoppio dei crediti per i revisori al debutto e per chi ambisce a controllare i conti degli enti più grandi.
Il regolamento che modifica la disciplina dei revisori contabili degli enti locali ha effettuato ieri il passaggio sui tavoli della Conferenza Stato-Città, e viaggia ora verso l’adozione definitiva. Il menu è ricco, ma offre solo un primo pacchetto di novità. Cresce la pressione dei professionisti per un adeguamento dei compensi dimenticato da troppi anni, mentre gli Anci e Upi chiedono di affidare agli enti la scelta del presidente del collegio, ruolo oggi assegnato in automatico al componente più anziano, e di rivedere la geografia delle estrazioni, disegnando ambiti provinciali invece che regionali. Tutti temi su cui le novità non dovrebbero tardare troppo, anche nei casi in cui serve una modifica normativa come accade per le richieste delle amministrazioni locali.

Il nuovo regolamento
I primi correttivi in arrivo, comunque, sono quelli contenuti nel nuovo regolamento, frutto di un confronto fra governo, amministratori locali, consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e Ancrel, l’associazione nazionale dei revisori dei conti. Il provvedimento traduce in norma le indicazioni messe nero su bianco dall’atto di indirizzo dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità locale del ministero dell’Interno (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 9 aprile), e porta tre novità, destinate a un’applicazione progressiva nel tempo:
• Quarta fascia: I revisori per i Comuni con più di 50mila abitanti, le Città metropolitane e le Province saranno estratti da una quarta fascia. Per accedervi e rimanervi saranno necessari almeno 20 crediti formativi all’anno, invece dei 10 tradizionali, e aver svolto almeno 18 mesi da revisore in un ente delle altre tre fasce, oppure da collaboratore del revisore (articolo 239, comma 4 del Tuel) o da responsabile dei servizi finanziari
• I debuttanti: 20 crediti saranno necessari anche per la prima iscrizione all’elenco dei revisori, ovviamente in prima fascia. Chi è già iscritto ma non è mai stato selezionato dall’estrazione peserà di più nel nuovo algoritmo, che quindi dovrebbe offrirgli un occhio di riguardo sulle future estrazioni.
• La verifica delle competenze passerà dai micro-esami locali, distribuiti alla fine dei corsi, a un test nazionale online, su un sistema telematico che sarà gestito dal Viminale.

La riforma degli ordinamenti
Nella Stato-Città di ieri è partito anche il tavolo tecnico previsto dal Milleproroghe per la riforma degli ordinamenti locali (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 12 settembre). Due le direttrici dell’attività, che dovrebbe sfociare nei criteri della legge delega sugli enti locali in costruzione, anche se in particolare le Province chiedono di accelerare la pratica anticipandone una parte in decreto legge.
Proprio le Province sono interessate dal primo dei due temi al centro del tavolo, cioè la revisione della riforma Delrio con un “ripopolamento” di funzioni e competenze negli enti di area vasta. Un anticipo è già in manovra, con l’affidamento a Province e Città del ruolo di centrali di committenza per i lavori pubblici negli Comuni non capoluogo del loro territorio. Ma enti locali e governo, in particolare sul fronte leghista, puntano più in alto, fino a tornare all’elezione diretta degli amministratori.
La seconda platea interessata dal confronto è quella dei piccoli Comuni. Perché tra i compiti espliciti del tavolo tecnico c’è il superamento definitivo degli obblighi di gestione associata, introdotti nel 2010 e da allora appesi a una catena eterna di proroghe che ne hanno certificato l’inapplicabilità.

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