Fisco e contabilità

La vendita di immobili verso quota 2-3 miliardi per il 2019

di Gianni Trovati

Nel pacchetto dei correttivi alla manovra entra anche la prima tappa del piano di dismissioni che secondo i piani del governo dovrebbe aiutare a spingere il debito più in basso rispetto al programma originario (l’obiettivo nella lettera che ha accompagnato il secondo Dbp era stato portato al 126% del Pil a fine triennio, contro il 126,7% della prima versione). Nella sua evoluzione, l’idea di mettere in campo privatizzazioni straordinarie si è attestata intorno ai 16 miliardi (0,9% del Pil) in un’ottica pluriennale. E in manovra entra il pacchetto dedicato alle alienazioni di immobili, che a differenza delle attività finanziarie hanno un impatto anche sul deficit e non solo sul debito.

La vendita del mattone di Stato dovrebbe puntare verso quota 2-3 miliardi per il 2019, e riservare effetti decrescenti nel tempo nei due anni successivi. Le norme che il governo propone per la legge di bilancio non offrono cifre, ma individuano la platea degli immobili da dismettere e i meccanismi per fissarne l’elenco (decreti ministeriali entro 60 giorno). Non solo: dal momento che un passaggio fondamentale di questa strategia investe gli enti territoriali, che per esempio hanno nelle mani la leva del cambio di destinazione d’uso indispensabile per rendere l’immobile appetibile sul mercato, si offre un super-incentivo, dal 5 al 15% del ricavato della vendita, alle amministrazioni locali che «contribuiscono» alla valorizzazione. Per blindare i risultati, poi, è in cantiere un piano di cessione di pacchetti di immobili a Invimit.

Accanto alla vendita del mattone, che ha avuto un ruolo decisivo nel limare il deficit dal 2,4% al 2% presentato a Bruxelles, viaggiano i progetti di cessioni di quote di società pubbliche, che però non hanno bisogno di norme ad hoc e vengono studiate come “garanzia ulteriore” per la discesa del debito.

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