Fisco e contabilità

Speciale manovra/2 - Groviglio di parametri per accelerare i pagamenti

Riduzione del fondo crediti dubbia esigibilità nel bilancio di previsione 2019, ma solo per gli enti in regola con i pagamenti pubblici. La manovra permetterà di fermarsi all’80% (invece dell’85%) delle mancate riscossioni solo agli enti che dimostrano il rispetto dei tempi di pagamento e riducono il debito commerciale. Lo strumento individuato dal legislatore è la variazione al preventivo. Si potrà ridurre l’Fcde stanziato per l’esercizio 2019 nella missione «Fondi e Accantonamenti» a un valore pari all’80 per cento dell’accantonamento quantificato nell’allegato al bilancio riguardante il fondo crediti di dubbia esigibilità. Le condizioni da rispettare indicano un percorso tortuoso. Con riferimento all’esercizio 2018, l’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti calcolato e pubblicato dovrà dimostrare il rispetto dei termini di pagamento delle transazioni commerciali (articolo 4 del Dlgs 231/92) e le fatture ricevute e scadute nell’esercizio 2018 dovranno risultare pagate per un importo complessivo superiore al 75% del totale ricevuto. Inoltre, il debito commerciale residuo (articolo 33 del Dlgs 33/13) dovrà mostrare alla fine del 2018 una riduzione del 10% rispetto a quello del 2017, oppure dovrà essere nullo o costituito solo da debiti oggetto di contenzioso o contestazione.

La facoltà di riduzione del fondo potrà però essere esercitata anche dagli enti che, pur non soddisfacendo questi criteri riguardo all’esercizio 2018, rispetteranno alla data del 30 giugno 2019 i termini di pagamento delle transazioni commerciali e dimostreranno il pagamento delle fatture ricevute e scadute nel primo semestre per un importo complessivo superiore al 75% del totale ricevuto. Inoltre dovranno dimostrare alla stessa data la riduzione del debito commerciale residuo nella misura del 5% rispetto a quello al 31 dicembre 2018, o di averlo azzerato. In alternativa dovranno dare dimostrazione che i debiti non pagati sono riferibili a situazioni oggetto di contenzioso o contestazione.

Questi benefici non potranno però applicarsi agli enti che, con riferimento agli esercizi 2017 e 2018, non hanno pubblicato nel proprio sito internet, entro i termini previsti dalla legge, gli indicatori concernenti i tempi di pagamento e il debito commerciale residuo e che, con riferimento ai mesi precedenti all’avvio di «Siope+», non hanno trasmesso alla Piattaforma elettronica dei crediti commerciali le comunicazioni relative al pagamento delle fatture.

L’obiettivo evidente della misura, applicabile al solo esercizio 2019, è quello di incentivare il rispetto dei termini di pagamento dei debiti commerciali.
Lo strumento utilizzato tuttavia agisce sugli equilibri di competenza, riducendo l’accantonamento minimo al fondo, con effetti potenzialmente espansivi della spesa pubblica, la quale genera nuovo debito da saldare nei termini di legge. Agli enti verrà dunque chiesta maggiore attenzione al rispetto degli equilibri di cassa, in riferimento ai quali l’accantonamento al fondo crediti costituisce un valido strumento di tutela.

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