Amministratori

Revisori, ecco i nuovi compensi dal 1° gennaio - Via libera al decreto

di Gianni Trovati

È ufficiale. Dopo 13 anni escono dal freezer i compensi dei revisori dei conti degli enti locali. Con un doppio adeguamento, che segna per tutti un più 20,2% rispetto ai parametri attuali e aggiunge negli enti sopra i 5mila abitanti un altro 30% a ristoro (parziale) della moltiplicazione di adempimenti vissuta in questi anni. Il passaggio decisivo è arrivato con la firma da parte del ministro dell'Economia Giovanni Tria e del collega al Viminale Matteo Salvini al decreto con il doppio adeguamento, che in allegato riporta i nuovi limiti di compenso per ogni fascia demografica. Il testo, che è stato pubblicato ieri sul sito Internet del ministero dell'Interno in vista dell'approdo in Gazzetta Ufficiale, segna un punto definitivo in un confronto che ha impegnato i professionisti con i vari governi degli ultimi anni. «È una battaglia storica - commenta per questa ragione Davide Di Russo, vicepresidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti che ha la delega agli enti locali - che abbiamo portato avanti con tenacia in questi anni nelle opportune sedi istituzionali, e trova finalmente uno sbocco molto positivo».
Il decreto, come anticipato sul Quotidiano degli enti locali del 19 novembre, nella parte degli aumenti generalizzati recupera semplicemente l’inflazione maturata nel periodo 2005-2018. Questa mossa riguarda i circa 8mila revisori impegnati negli enti locali delle regioni a Statuto ordinario. Il secondo passaggio, riservato alle amministrazioni sopra i 5mila abitanti, tocca secondo il consiglio nazionale dei commercialisti circa 3.500 revisori, e serve a compensare l’aumento dei compiti. Sul piano degli adempimenti, il ritocco arriva in parte ex post, visto che la riforma del pareggio di bilancio cancella anche una serie di certificazioni in corso d’opera che impegnano anche i revisori. Ma non è il caso di sottilizzare, anche perché le cifre in gioco salgono ma restano lontane da un compenso davvero professionale per l’attività svolta dai revisori negli enti locali. Per la fascia più bassa, si arriva a 2.480 euro lordi all’anno, e per quella più alta si attesta a 27.650 euro. E si tratta sempre di tetti massimi, mentre rimane irrisolto il nodo dell’assenza dei limiti minimi, per i quali l’Osservatorio del Viminale chiede agli enti di non andare sotto la soglia prevista per la fascia demografica immediatamente più bassa rispetto a quella dell’ente interessato.

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