Fisco e contabilità

Nuovi parametri per gli enti in deficit strutturale operativi già dal consuntivo 2018

di Vincenzo Giannotti

Con il decreto 28 dicembre 2018 il Viminale ha approvato, in via definitiva, i nuovi parametri per gli enti strutturalmente deficitari validi per il periodo 2019-2021 e distinti in tre differenti soglie di deficitarietà per i Comuni, le Città metropolitane/Province e le Comunità montane. L'obbligo di applicazione dei parametri dovrà essere utilizzato già a partire dal prossimo conto consuntivo 2018. Per questo, oltre all'indicazione degli otto nuovi parametri (ridotti rispetto ai dieci precedenti), già a suo tempo indicati il 20 febbraio 2018 nell'atto di indirizzo dell'Osservatorio finanza e contabilità degli enti locali, il ministero dell'Interno ha condotto una analisi separata, su un campione più significativo di enti locali, sui conti consuntivi dell'anno 2017 che, rispetto ai dati forniti dall'Osservatorio, riferiti all'anno 2016, amplia la significatività del campione esaminato e, soprattutto la consapevolezza da parte dei responsabili dei servizi finanziari degli enti locali del fatto che gli otto indicatori di bilancio saranno utilizzati in futuro per la determinazione della condizione di ente deficitario.

Il superamento dei parametri precedenti
I parametri precedenti, individuati fino al conto consuntivo 2016 quale allegato obbligatorio, sono stati superati in quanto alcuni indicatori non presentavano più quella significatività necessaria a rilevare gravi squilibri finanziari, come dimostra l'analisi condotta dal Viminale sulla differenza tra enti strutturalmente deficitari rispetto alla consistenza degli enti dissesto o in piano di riequilibrio finanziario. Inoltre, il passaggio ai nuovi principi della contabilità armonizzata hanno fatto venire meno l'analisi dei residui attivi e passivi, a fronte dello stralcio avvenuto con la revisione straordinaria dei residui e con l'adozione di principi finalizzati a impedire la riaccumulazione nel tempo. L'analisi dei residui è stata sostituita, pertanto, dalla misurazione della capacità di riscossione degli enti locali, più puntuale nel rilevare le eventuali criticità in tema di equilibri di cassa. Altrettanto, va detto in merito alla rilevazione dei precedenti debiti fuori bilancio superata dai nuovi parametri che prevedono ora l'inserimento della consistenza dei debiti fuori bilancio in corso di riconoscimento, di quelli riconosciuti e in corso di finanziamento e, infine, di quelli riconosciuti e finanziati in modo tale che nessuna partita possa rimanere nascosta al momento della determinazione della condizione di ente strutturalmente deficitario. Inoltre, vengono eliminati due parametri (esecuzione forzata e ripiano squilibri) ma rafforzati da altri tre, di cui due (spese di personale e debiti di finanziamento) indebolitisi per fattori esterni (blocco del turn over) e un terzo (anticipazioni non restituite alla fine dell'anno) che viene confermato per il suo ruolo positivamente svolto nel periodo di osservazione. Infine, il risultato di amministrazione viene sostituito dal disavanzo.

Le conseguenze per gli enti strutturalmente deficitari
Grazie al superamento della metà (quindi cinque) dei parametri deficitari, la condizione di ente strutturalmente deficitario è riconosciuta in applicazione delle disposizioni previste dall'articolo 243 del Tuel. In particolare gli enti diventano soggetti al controllo centrale da parte della commissione di stabilità finanziaria degli enti locali operante all'interno del ministero dell'Interno, sulle dotazioni organiche e le assunzioni di personale, in materia di copertura dei servizi a domanda individuale (contribuzione da parte dell'ente locale non superiore al 36% della spesa complessivamente sostenuta), della spesa del servizio acquedotto (con tariffa agli utenti non inferiore all'80%) e al 100% della copertura, con tariffa agli utenti, della spesa sostenuta per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Conclusioni
Proprio dall'analisi dei dati elaborati, l'obiettivo primario dei nuovi parametri è quello di far emergere sin dall'inizio gli enti in crisi finanziaria, in sensibile incremento nei prossimi anni, in modo da evitare in anticipo la situazione di dissesto o di predissesto. Infatti, se questo è l'obiettivo, è facile prevedere che dagli attuali 48 enti, che nel 2014 sono stati dichiarati strutturalmente deficitari, il possibile incremento atteso sia superiore al 100%, rispetto a gli enti in predissesto (nel 2016 pari a 146) o quelli in dissesto (pari nel 2016 a 100).

Il decreto

La nota metodologica

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