Fisco e contabilità

Incassi da paesi esteri, nuove modalità per le pubbliche amministrazioni statali

di Marco Rossi

Con la circolare n. 27 di ieri, la Ragioneria generale dello Stato ha illustrato le nuove modalità di contabilizzazioni degli incassi delle pubbliche amministrazioni statali derivanti da paesi esteri, alla luce del Dm 12 giugno 2019.

Le nuove modalità si sono rese necessarie per tenere conto di una pluralità di innovazioni intervenute nel tempo, riguardanti soprattutto l'evoluzione del sistema e degli strumenti di pagamento, la realizzazione dell'Area Unica dei Pagamenti in Euro (Single Euro Payment Area - SEPA) e il recepimento nell'ordinamento nazionale delle Direttive sui servizi di pagamento (Payment Services Directive – PSD e PSD2).

Le nuove regole, in particolare, sono basate su soluzioni di pagamento tramite strumenti elettronici (bonifico, piattaforma tecnologica PagoPA), nella prospettiva di assicurare la tempestiva finalizzazione delle somme al bilancio dello Stato e di realizzare le necessarie semplificazioni operative.

Sono interessati tutti versamenti alla tesoreria statale, provenienti dall'estero, sia da paesi che appartengono all'Unione europea, sia da paesi che non vi appartengono, destinati al bilancio dello Stato, con la conseguenza che può trattarsi sia di pagamenti in euro sia di pagamenti in valute diverse.

Per i pagamenti in euro gli strumenti da utilizzare per i versamenti alla tesoreria statale sono sia il bonifico sia la piattaforma PagoPa a condizione, ovviamente, che l'amministrazione vi abbia aderito (per i bonifici il codice Iban è relativo al capitolo/articolo del bilancio dello Stato, ovvero al conto di tesoreria di destinazione del versamento).

Tra l'altro, per i pagamenti in euro non rileva il paese di provenienza posto che gli Iban di tesoreria sono raggiungibili con bonifico Sepa, qualora il pagamento provenga da qualsiasi paese aderente all'area Sepa, e con bonifico internazionale, qualora il pagamento provenga da un paese non aderente all'area Sepa.

Più complessa è la gestione dei pagamenti in valuta, in quanto ne è previsto l'accredito su conti intestati alla Banca d'Italia - presso banche corrispondenti – in vista del successivo riversamento del corrispettivo controvalore in euro ai pertinenti capitoli/articoli del bilancio dello Stato o sui conti di tesoreria statale.

Dato che i pagamenti riguardano i soli casi specificamente previsti, le amministrazioni interessate chiedono alla Banca d'Italia l'indicazione delle coordinate bancarie (da rendere disponibili agli utenti) per procedere con l'accredito delle somme, specificando la normativa a supporto del pagamento in valuta.

In tutti casi (euro e non euro), laddove la Banca d'Italia non possa finalizzare i pagamenti ricevuti, per effetto di un'errata indicazione dell'Iban di accredito o per la carenza delle informazioni necessarie, le somme versate vengono accreditate sulla contabilità speciale intestata al Capo della Tesoreria per la gestione dei bonifici di dubbia imputazione.

È, infine, chiarito che la disciplina indicata trova applicazione anche in relazione ai bonifici che le sedi estere del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) dispongono per trasferire in Italia le disponibilità esistenti sui conti correnti valuta Tesoro.

La circolare RgS n. 27/2019

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