Fisco e contabilità

Speciale manovra/4 - Tributo per le funzioni ambientali, verso regole di riversamento più semplici

di Patrizia Ruffini

Dal riordino del tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni ambientali all'estensione del periodo di libero utilizzo delle risorse da rinegoziazione, dalla proroga al 30 aprile 2020 per la definizione della tariffa rifiuti all'aumento dei limiti dell'imposta di soggiorno. Il percorso di conversione del decreto fiscale collegato alla manovra 2020 (Dl 124/2019) continua a portare conquiste per i Comuni, ma anche per Province e Città metropolitane. Dopo il via libera all'aumento delle indennità dei sindaci dei piccoli municipi, al ripristino di quelle per i presidenti di Provincia e all'abbattimento dei limiti di spesa, sono molte le nuove norme per gli enti locali inserite nel decreto, che a dispetto del titolo (fiscale) si è trasformato in un omnibus. Ne sono prova le norme che mettono mano alla revisione degli enti locali, con la restrizione del sorteggio all'ambito provinciale e una marcia indietro sull'estrazione per il ruolo di presidente di collegio.

Tefa
Per il tributo per l'esercizio delle funzioni ambientali (Tefa) le Province lamentano la complessità della gestione degli incassi a causa dei costosi doppi passaggi fra Comune ed ente di area vasta. Anche quando il pagamento avviene attraverso il modello F24, l'agenzia delle Entrate riversa tutto l'importo pagato (Tari e Tefa) al Comune che, con tempi propri differenziati, riversa a Province e Città metropolitane il tributo dovuto, dopo aver trattenuto lo 0,30%.
Per razionalizzare la gestione del Tefa, le novità approvate a partire dal 1° gennaio 2020 fissano la misura al 5% dell'importo dovuto dal contribuente a titolo di prelievo sul servizio rifiuti solidi urbani, salva la possibilità di indicare da parte della Provincia o Città metropolitana la minore misura applicabile in forza di propria deliberazione (da comunicare all'Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2020). Un decreto del ministero dell'Economia avrà il compito di individuare le modalità di semplificazione del riversamento del tributo agli enti di area vasta. Per i versamenti tramite l'F24 viene poi assegnato all'agenzia delle Entrate il compito di scorporare l'importo del Tefa e di riversarlo direttamente all'ente beneficiario al netto dello 0,30% di commissione spettante al Comune.

Rinegoziazione di mutui
Fra le novità aggiunte dal primo esame del decreto, vi è anche l'estensione fino al 2023 (prima fino al 2020) della possibilità di utilizzare senza vincoli di destinazione le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari.
In materia di Tari, i Comuni dovranno definire le tariffe entro il 30 aprile 2020, termine disposto in modo svincolato dalla data di approvazione del bilancio di previsione solo per questo esercizio, valido anche per la necessità di modifica a provvedimenti già deliberati. Inoltre, fino a diversa regolamentazione disposta dall'Arera e in attesa di una revisione complessiva del Dpr 158/1999, i Comuni potranno ancora misurare la Tari sulla base di un criterio medio-ordinario e non sull'effettiva quantità di rifiuti prodotti.

Imposta di soggiorno
In tema di imposta di soggiorno, raddoppia a 10 euro l'importo massimo a notte nei comuni capoluogo di provincia che, in base all'ultima rilevazione disponibile, abbiano avuto presenze turistiche pari a venti il numero dei residenti.
Infine, a partire dall'anno 2020 ci sarà un incremento di 5,5 milioni del fondo di solidarietà comunale, destinato a finanziare un meccanismo correttivo per i comuni con meno di 5mila abitanti con valore negativo del fondo.

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