Fisco e contabilità

Corte conti, il Milleproroghe stoppa le sezioni regionali: pareri di finanza pubblica solo dalla Sezione Autonomie

di Gianni Trovati

Nel pacchetto enti locali del Milleproroghe, oltre alla norma che prova a sterilizzare la sentenza n. 4/2020 con cui la Corte costituzionale ha bocciato la possibilità per i Comuni di calcolare nei risultati di amministrazione le entrate dei prestiti anti per sbloccare i debiti commerciali (anticipata sul Quotidiano degli enti locali e della Pa di ieri) arrivano una serie di correttivi settoriali.

Il primo accentra alla sezione delle Autonomie della Corte dei conti i compiti fin qui assegnati alle sezioni regionali sui pareri di finanza pubblica chiesti da regioni ed enti locali. La novità è solo apparentemente marginale, perché il suo obiettivo è quello di ridurre il proliferare di indicazioni divergenti su questa o quella regola di bilancio che fin qui hanno moltiplicato i comportamenti, e le incognite, sulla gestione dei conti locali. Un altro correttivo riguarda i tetti di spesa del personale, nella complessa fase di passaggio dal vecchio turn over ai nuovi vincoli alle assunzioni basati sul rapporto fra le entrate stabili e le spese per stipendi. In pratica le nuove regole dividono gli enti in tre classi di virtuosità, e impongono alla classe di mezzo, quella che riunisce la maggioranza dei Comuni, di non superare la spesa registrata nell'ultimo rendiconto.

L'emendamento chiede invece di non superare anche in questo caso il rapporto fra entrate e spesa di personale, scritto sempre nell'ultimo rendiconto, per dare un po' di flessibilità nella gestione del personale: perché aumentando le entrate, per esempio con il ritocco delle aliquote, si potrà assumere di più, in linea con l'impostazione generale delle nuove regole.

Con un altro emendamento, si chiede ai Comuni in crisi che hanno approvato il piano di rientro o l'ipotesi di bilancio strutturalmente riequilibrato di assumere prioritariamente i funzionari che gestiscono i bilanci.

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