Fisco e contabilità

Accantonamenti di poste vincolate e/o destinate: come semplificare la compilazione

di Alessandro Festa e Elena Masini

L'introduzione dei nuovi prospetti A.1), A.2) e A.3) al bilancio di previsione e al rendiconto della gestione determinano una vera e propria rivoluzione nella gestione delle risorse finanziarie, finalizzata a rendere evidente l'acquisizione e l'utilizzo dei fondi vincolati o destinati e a tracciare la genesi e l'evoluzione degli accantonamenti. Pur nella condivisione di fondo delle finalità sottese, i prospetti presentano in alcuni casi delle lacune, in altri degli eccessi informativi, che complicano non poco le attività.

Gestione degli accantonamenti di poste vincolate e/o destinate: è certamente noto che le quote accantonate del risultato di amministrazione vanno esposte nel prospetto A.1, compilando le colonne c) o d) a seconda che siano o meno stanziate nel bilancio di previsione. Una parte rilevante delle poste accantonate, soprattutto per prevenire il rischio d'insoluto, deriva da entrate con vincolo di destinazione quali, a mero titolo esemplificativo, le sanzioni al codice della strada, i proventi Tari, i proventi dell'imposta di soggiorno, le entrate da attività edilizia, eccetera. Queste entrate dovranno certamente essere dettagliate con le relative spese nel prospetto A.2 e il legislatore, consapevole della problematica dell'accantonamento, ha previsto i righi da m/1 a m/5 del modello A.2. Purtroppo, però, questi righi si stanno rivelando non sufficienti per gestire tutte le problematiche degli accantonamenti. Innanzitutto, perché rappresentando dei totali, non consentono all'ente di avere a disposizione il dettaglio delle singole poste accantonate, obbligando a una gestione extracontabile di questi valori che complica non poco l'analisi. Sarebbe consigliabile, quindi, spostare queste informazioni nel corpo del modello al fine di consentire all'ente di avere un dettaglio per ogni singola entrata illustrata. Ma anche questa modifica non sarebbe sufficiente. Sarebbe necessario prevedere anche una colonna che dettagli le quote accantonate relative alle risorse vincolate al 1° gennaio, esposte nella colonna a) del prospetto, in modo da poter verificare che il dato ivi indicato, meno le quote accantonate, corrisponda all'avanzo di amministrazione vincolato dell'esercizio precedente. Sarebbe poi utile replicare anche nel prospetto A.2 le colonne c) e d) del prospetto A.1, consentendo di dettagliare la quota di risorse vincolate accantonate con la gestione di competenza e le variazioni effettuate a rendiconto. Con queste tre nuove colonne si semplificherebbero molto le modalità di compilazione e non sarebbe necessario dover mantenere informazioni indispensabili per la corretta compilazione in maniera extracontabile.

Dettaglio delle poste destinate agli investimenti: se per la gestione degli accantonamenti le colonne contenute nel prospetto A.2 sono poche, nel modello A.3 le informazioni sono al contrario ridondanti. La finalità sottesa dal modello di identificare esattamente quale entrata destinata al finanziamento degli investimenti abbia finanziato ogni impegno di spesa crea molti problemi. Ipotizziamo un ente che abbia accertato 100 da alienazione di valori mobiliari e 50 dall'alienazione di beni mobili: questo ente avrà finanziato investimenti per un totale di 150 utilizzando il totale dei proventi da alienazione. Ipotizziamo che lo stesso ente abbia impegnato (o rinviato con il meccanismo del fondo pluriennale vincolato) 90 finanziati dall'alienazione dei valori mobiliari e 30 finanziati dall'alienazione di beni mobili: questo ente avrà un risultato di amministrazione destinato agli investimenti pari a 30. Nell'esercizio successivo lo stesso ente applicando al bilancio la quota destinata del risultato di amministrazione si troverà costretto a tener distinti gli impegni di spesa finanziati da 10 che derivano dall'alienazione di valori mobiliari dai 20 che derivano dall'alienazione dei beni mobili. Quest'obbligo, implicito dalla struttura del modello A.3, non trova supporto nei principi contabili applicati (che invece impongono l'identificazione dell'accertamento nell'attestazione della copertura finanziaria di impegni di spesa finanziati da entrate iscritte nei titoli 4,5 e 6 limitatamente alla gestione di competenza) né dai principi generali. Per superare la criticità sarebbe sufficiente eliminare la colonna a) del prospetto A.3, spostandola nella sezione relativa ai totali, in modo da semplificare notevolmente la compilazione del modello e soprattutto consentire l'applicazione dell'avanzo destinato evitando di dover tener distinto ogni centesimo che lo generato.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©