Fisco e contabilità

Rendiconto, enti alla prova degli errori della Bdap sui prospetti A.1, A.2 e A.3

di Alessandro Festa e Elena Masini

Come noto la compilazione dei prospetti allegati A.1, A.2 e A.3 al risultato di amministrazione rappresenta la principale novità del rendiconto dell'esercizio 2019, introdotta con l'XI decreto di aggiornamento dell'armonizzazione contabile. Il modello A.1 è preposto a dettagliare le quote accantonate del risultato di amministrazione, il modello A.2 è finalizzato a dettagliare le quote vincolate e il prospetto A.3 è dedicato a illustrare in maniera analitica la formazione delle quote destinate agli investimenti. Le difficoltà non consistono solamente nel compilare correttamente i prospetti, impresa questa tutt'altro che agevole e che impegna non poco i servizi finanziari, in quanto impone di ragionare secondo logiche completamente cambiate rispetto al passato. Superato questo scoglio, gli enti si trovano a dover affrontare il problema della trasmissione alla Bdap dei dati del rendiconto. Tanti sono gli errori soprattutto di coerenza, ma in qualche caso anche di validazione, che vengono restituiti nel momento della trasmissione dei files xbrl e che impongono la correzione.

Errori delle procedure informatiche
Un primo set di errori è dovuto ai flussi creati dai gestionali di contabilità, che molte volte non sono allineati con la tassonomia approvata dalla Ragioneria generale dello Stato lo scorso (tassonomia del 16 dicembre 2019). A questo proposito occorre distinguere due diverse situazioni:
a) l'errore è contenuto solamente nel file xbrl, per cui la soluzione al problema passa per la correzione del flusso che dovrà essere ritrasmesso alla Bdap per la sua elaborazione, senza che vengano modificati i prospetti A.1, A.2 e A.3;
b) l'errore ha portato a una errata compilazione dei prospetti A.1, A.2, A.3. In questo caso la sua correzione richiederà anche la modifica dei prospetti, in considerazione del fatto che risulta necessaria la coincidenza tra i dati approvati e quelli trasmessi alla Bdap. Coincidenza che, tra gli altri, deve essere attestata dall'organo di revisione economico finanziaria in sede di questionario da inviare alla Corte dei conti.

Mancato aggiornamento della tassonomia
Tra i tanti errori segnalati dalla Bdap sui prospetti, c'è n'è uno che non dipende dalle procedure informatiche ma è determinato dal mancato aggiornamento della tassonomia di Bdap alla Faq di Arconet n. 39 del 24 aprile scorso. Secondo le indicazioni fornite da Arconet, le economie di spesa finanziate dal fondo pluriennale iscritto in entrata devono essere indicate con il valore negativo nella colonna c) del modello A.3. Valore negativo che viene segnalato da Bdap come anomalia, attualmente da non considerarsi bloccante data la finalità conoscitiva dei prospetti, ma comunque sempre rappresentata nel portale di gestione degli invii. Al momento, in attesa che venga aggiornata la procedura, l'unica soluzione possibile sembra quella di indicare queste economie nella colonna e), disattendendo le indicazioni di Arconet, oppure lasciare l'errore senza possibilità di correzione e allegando come giustificativo la Faq di Arconet.
La modifica dei prospetti A.1, A.2 e A.3, se già approvati dall'organo esecutivo o addirittura dal consiglio dell'ente, dovrà necessariamente essere approvata da una nuova deliberazione (di modifica dello schema di rendiconto o del rendiconto medesimo). Delibera che andrà poi trasmessa a Bdap tra i documenti giustificativi. Attenzione poi al fatto che la correzione potrebbe comportare una modifica della scomposizione del risultato di amministrazione o del prospetto degli equilibri di bilancio e quindi andare a incidere sui risultati sostanziali della gestione. Per questo motivo è assolutamente consigliato effettuare la trasmissione dei files xbrl prima dell'approvazione dello schema di rendiconto da parte della giunta. Solo in questo modo sarà possibile verificare la correttezza dell'operato e approvare i documenti senza correre il rischio di doverli modificare in un momento successivo. Ricordiamo infatti che proprio per facilitare questa attività di verifica, la Bdap ammette la trasmissione dei file anche senza approvazione, indicando lo stato di «preconsuntivo».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©