Personale

Salario accessorio, più tempo per recuperare i fondi illegittimi

di Gianni Trovati

Regioni ed enti locali avranno più tempo per i recuperi dei “premi” riconosciuti ai dipendenti negli anni scorsi e poi bocciati come illegittimi da Ragioneria generale e Corte dei conti, e il programma straordinario di stabilizzazione dei precari della Pa si estenderà alle società in house.Anche grazie a queste modifiche ieri la riforma del pubblico impiego ha ottenuto il via libera di Regioni ed enti locali, passaggio importante sulla strada dell'approvazione definitiva soprattutto dopo che la Corte costituzionale ha imposto l'intesa (in questo caso, curiosamente, solo con le Regioni) per i decreti attuativi della delega Pa.
Il varo finale del provvedimento, come ha ricordato ieri la ministra della Pa Marianna Madia, che arriverà dopo i pareri delle commissioni (mercoledì sono arrivate le indicazioni della commissione Lavoro a Palazzo Madama) e permetterà di rinnovare i contratti.

I recuperi del salario «accessorio»
Con Regioni ed enti locali il confronto si è concentrato soprattutto sulla complicata questione dei recuperi del salario «accessorio» messo in busta paga negli anni scorsi e poi bloccato da Corte dei conti e Ragioneria: i soldi dati in più nel passato devono essere recuperati tagliando i fondi che finanziano i contratti decentrati negli anni successivi. Il decreto approvato in prima lettura dal governo già prevedeva la possibilità di allungare i tempi di recupero quando il calendario ordinario avrebbe imposto di ridurre i fondi di oltre il 25% ma il testo definitivo, in base all'accordo raggiunto ieri, estenderà a tutti gli enti i cinque anni aggiuntivi previsti dal Milleproroghe solo per chi aveva già avviato piani di razionalizzazione al 28 febbraio scorso. Sempre in fatto di salario accessorio, sotto esame c'è la possibilità di aumentare la dote delle Regioni per consentirle di gestire il personale ex provinciale senza pesare sulle buste paga dei dipendenti “storici”. I nodi sul salario accessorio sono comunque ormai così intricati che la riforma dovrà mettere in campo un tavolo per la semplificazione di regole ormai quasi ingestibili per gli stessi addetti ai lavori.

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