Personale

Organizzazione, orario e turni fuori dal tavolo dei nuovi contratti

Esclusione dai contratti della disciplina dell’orario di lavoro; ampliamento degli spazi lasciati alla informazione e alla consultazione; introduzione dei permessi a ore e di una disciplina per le visite mediche; vincolo del preavviso per le assenze programmabili; equiparazione dei dipendenti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato e limitazione del loro numero massimo; destinazione di quote prefissate di risorse all’incentivazione delle performance individuali e collettive; semplificazione della costituzione dei fondi: sono queste le principali indicazioni dettate sul terreno normativo dalla Direttiva del Governo per la contrattazione collettiva dei dipendenti pubblici (anticipata sul Quotidiano degli enti locali e della Pa dell’8 giugno).

Tempi e temi
L’ampiezza dei temi trattati, scelta peraltro obbligata a seguito del mancato rinnovo dei contratti nazionali da otto anni e dell’intesa sottoscritta tra Governo e organizzazioni sindacali lo scorso 30 novembre, fa immaginare tempi non rapidissimi per la stipula dei contratti collettivi nazionali di lavoro del triennio 2016/2018; previsione tanto più probabile se si considera che devono essere ancora trovate risorse finanziarie.
Dalla contrattazione collettiva dovrà essere esclusa l’articolazione dell’orario di lavoro, compresa la disciplina della turnazione e della reperibilità, oltre all’organizzazione. Dovrà essere inoltre dettata la disciplina delle forme di partecipazione sindacale, tenendo conto dell’ampliamento delle materie su cui essa può intervenire operato dal decreto legislativo 75/2017. Viene indicata, in questo ambito, la necessità di rivedere la disciplina dell’informazione e della consultazione: la prima deve garantire la possibilità per i soggetti sindacali di esprimere una valutazione complessiva, mentre la seconda deve potere “influenzare” le scelte dell’ente; per quest’ultima occorre inoltre distinguere modalità diverse di effettuazione.

Assunzioni a tempo determinato
Sono molto incisive le scelte per le assunzioni a tempo determinato: tetti numerici, attuazione del principio della non discriminazione rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato, computabilità della anzianità così maturata in caso di successive assunzioni “di ruolo” e possibili deroghe al tetto di durata di 36 mesi. Analoghe discipline saranno introdotte per i dipendenti somministrati.
Molti i temi che dovranno essere trattati per quel che riguarda le assenze. Dovranno essere previste regole specifiche per i permessi per visite mediche, esami clinici eccetera, e andrà introdotta una nuova disciplina per la gestione delle terapie salvavita. I contratti dovranno fissare i termini di preavviso per il godimento dei permessi programmabili e dei benefici previsti dalla legge 104/1992 e dovranno dettare infine una disciplina della cessione delle ferie ad altro dipendente.
Si dovrà andare alla semplificazione dei meccanismi di costituzione dei fondi per la contrattazione decentrata. Nella ripartizione delle relative risorse dovranno essere fissate quote per la incentivazione della performance individuale e di quella organizzativa, garantendo risorse per le eccellenze e la differenziazione dei giudizi.
Per il comparto delle funzioni centrali la priorità sul terreno normativo è data alla necessità di trovare una convergenza tra i modelli di classificazione del personale, che sono attualmente assai differenziati.

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