Personale

Slitta di un altro anno il divieto per le collaborazioni

di Arturo Bianco

Per il secondo anno di seguito la data a partire dalla quale sarà vietato alle Pa il conferimento di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa viene spostata di 1 anno. Non è stata sufficiente a determinare l’effettiva entrata in vigore di questo vincolo la scelta di ribadire, sostanzialmente, le previsioni già dettate dal Dlgs 81/2015 nel provvedimento con cui è stato riformato il testo unico delle leggi sul pubblico impiego sulla base dei principi contenuti nella legge Madia, cioè il Dlgs 75/2017. Siamo in presenza di un insieme di oscillazioni che non depongono certo in modo positivo sulla coerenza delle scelte legislative. Perché non credere, a questo punto, sulla scorta del vecchio adagio popolare che non vi è 2 senza 3, che nel corso del 2018, verosimilmente alla fine, arriverà la terza proroga? È quello che probabilmente nella gran parte degli enti si pensa.

Le ragioni
Da cosa nasce questo alternarsi di stop and go. Da un lato il legislatore da almeno 10 anni vuole sia ridurre il numero e la spesa per gli incarichi esterni sia perseguire l'uso scorretto di questi strumenti, cioè il fatto che molto spesso essi sono utilizzati come un surrogato del lavoro subordinato, il che accadeva soprattutto con gli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa. Occorre sottolineare, con i dati dei conti annuali del personale, che il numero e la spesa (per la verità soprattutto la quantità e molto meno le risorse) per questi incarichi sono diminuiti sensibilmente. E che, in modo ancora maggiore, è sensibilmente calato il numero dei cococo. Anche per effetto delle interpretazioni molto rigide dettate dalla giurisprudenza della Corte dei Conti che in questi anni ha condannato decine di volte amministratori, dirigenti e responsabili di pubbliche amministrazioni, soprattutto di comuni, per non avere rispettato alla lettera le previsioni legislative, statuendo che la violazione di queste disposizioni determina di per sè la maturazione di responsabilità amministrativa.

Di proroga in proroga
Con il Dlgs 81/2015, sulla scorta del superamento della possibilità di ricorrere da parte dei privati all'analogo strumento delle collaborazioni a progetto, vincolo che è scattato a decorrere dal 1° gennaio 2016, è stato disposto per le Pa il divieto di conferire nuovi incarichi di cococo a partire dallo 1° gennaio 2017. Questo termine è stato spostato alla fine del 2017 dal decreto Milleprororoghe. Alcuni mesi dopo, a giugno, con il Dlgs 75/2017 esso è stato riproposto anche se in modo non diretto sempre a partire dal 1° gennaio 2018. Il dettato legislativo riproduce infatti le disposizioni in vigore per i privati, senza citare esplicitamente l’espressione cococo. Il che ha fatto dire alla Funzione Pubblica nella circolare n. 3/2017 che non è stato abrogato l'istituto, ma la possibilità di utilizzazione attraverso la eterodirezione da parte della Pa, vietando cioè che la stessa possa fissare luogo e orario di svolgimento della prestazione. Ma ancora pochi mesi e l'entrata in vigore della nuova disposizione, sulla scorta della segnalazione da parte di molte Pa della insorgenza di problemi operativi e di possibili ricadute negative sulla qualità dell'attività amministrativa, è stato di nuovo spostato di un anno.

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